Feltrinelli, 2021
Finora inedita in Italia, il libro è l’opera che ha fatto conoscere il
genio letterario di Amos Oz. Le terre dello sciacallo è la prima grande
opera di Oz, una raccolta di racconti dall’ampio respiro che ha segnato
l’affermazione dello scrittore. Nove storie sono ambientate in un kibbutz; l’ultima,
invece, è una specie di parabola ambientata in tempi biblici. In questo libro
l’Israele di oggi ancora non esiste, ci sono solo piccoli agglomerati di
abitazioni e di campi coltivati che, dopo il tramonto, precipitano nel buio e
nel silenzio, circondati dall’ignoto. Lì vivono uomini, donne e bambini
impegnati in un ambizioso progetto utopico, spinti dal desiderio di fondare una
patria ma anche dall’aspirazione a una vita diversa, a nuovi rapporti tra le
persone, a una speranza di rigenerazione. Pionieri, sabra, intellettuali
europei e rifugiati che hanno un sogno, che hanno combattuto guerre, dato forma
a un’ideologia politica per forgiare una nazione. Ma la realtà non è dolce come
il sogno. Sono storie conturbanti, sensuali, poetiche e spietate. E lo
sciacallo, che insegue il lettore pagina dopo pagina, ulula nella notte fuori
dai cancelli.
Einaudi, 2021
Quando a Rachele Luzzatto viene
proposto di interpretare Maria nella recita di Natale, il padre si oppone: la
sua unica figlia, che oltretutto si sta preparando per il Bat Mitzvah, non può
certo vestire i panni della «madre di Dio». È l'inizio del «romanzo italiano»
di Abraham B. Yehoshua, che ha scelto di ambientare nel nostro paese una delle
sue storie più imprevedibili e profonde. Ne La figlia unica il
brio della gioventù incontra la saggezza della maturità: le domande spiazzanti
di una ragazzina divisa tra due mondi diventano gli universali interrogativi
dell'essere umano di fronte al mistero.
Einaudi, 2021
Quando a Rachele Luzzatto viene
proposto di interpretare Maria nella recita di Natale, il padre si oppone: la
sua unica figlia, che oltretutto si sta preparando per il Bat Mitzvah, non può
certo vestire i panni della «madre di Dio». È l'inizio del «romanzo italiano»
di Abraham B. Yehoshua, che ha scelto di ambientare nel nostro paese una delle
sue storie più imprevedibili e profonde. Ne La figlia unica il
brio della gioventù incontra la saggezza della maturità: le domande spiazzanti
di una ragazzina divisa tra due mondi diventano gli universali interrogativi
dell'essere umano di fronte al mistero.
Edizioni e/o, 2021
All’inizio del 2011 la «primavera
araba» esplode in molti paesi del Nord Africa e del Medio Oriente. In Siria la
repressione è particolarmente violenta. Il regime in carica, presieduto da
Bashar al-Assad, non vuole saperne di aprirsi alle richieste di democrazia,
giustizia e libertà dei giovani partecipanti alle manifestazioni organizzate a
Damasco, Homs, Aleppo e nel resto del paese. Fin da subito fioccano gli
arresti, le torture, le uccisioni. Joséphine, Youssef, Khalil, Rashid e altri,
un gruppo di giovani impegnati che portano avanti un messaggio di pace e
democrazia, vengono perseguitati. Personalmente, Youssef è innamorato a
distanza, Rashid studia per diventare medico, Joséphine sogna di diventare
avvocatessa dei diritti umani: le loro storie private si intrecciano con il
corso di una rivoluzione che ben presto degenera in guerra civile. La polizia
di Assad ha potere di vita e di morte sulla gente, il suo esercito bombarda le
zone ribelli facendo strage di civili, e la situazione si complica quando gli
integralisti islamici prendono il controllo della rivolta. Stretti tra due forze
estremiste e ben armate, per i nostri giovani idealisti non c’è più speranza.
Crollato il sogno della democrazia e del pacifismo, i pochi che non sono stati
arrestati o uccisi saranno costretti alla fuga e all’esilio.
La nave di Teseo, 2021
Questa storia inizia durante l’estate del
1949, un anno dopo la guerra che i palestinesi chiamano Nakba, la catastrofe –
che ebbe come conseguenza l’esodo e all’espulsione di oltre 700.000 persone – e
che gli israeliani celebrano come la Guerra d’indipendenza. Alcuni soldati
israeliani attaccano un gruppo di beduini nel deserto del Negev, uccidendo
tutti tranne un’adolescente. La ragazza viene catturata, stuprata, uccisa e
sepolta nella sabbia. Molti anni dopo, ai giorni nostri, una donna di Ramallah
prova a decifrare alcuni dettagli che aleggiano attorno a quell’omicidio. È
colpita da quel delitto a tal punto da trasformarlo in un’ossessione, non solo
a causa dell’efferatezza del crimine, ma perché è stato commesso esattamente
venticinque anni prima il giorno in cui è nata.
Adania Shibli sviluppa magistralmente due
narrazioni che si sovrappongono e, in trasparenza, evocano un presente che non
può prescindere da ciò che è stato. Con una prosa tagliente e inquietante, Un dettaglio minore va al
cuore di un’esistenza segnata dall’annullamento e dalla privazione di sé, com’è
la vita nella Palestina occupata, rivelandoci quanto sia ancora difficile
riunire i frammenti di una narrazione rimasta troppo a lungo nascosta nelle
pieghe della storia.
Marcos y Marcos, 2021
In Iraq sognava dignità
e pace; la violenza del regime lo respinge lontano. Nei momenti più difficili i
piedi lo portano nel bosco. Camminando sulle pietre, ritrova il ritmo lento
della sua terra. Gli alberi che lo accolgono sulle Alpi svizzere non sono le
palme da datteri o i melograni fiabeschi di sua nonna, eppure parlano la sua
lingua. Parlano l’arabo della poesia, della calligrafia, non quello della
violenza e della menzogna. Quando il fratello Ali, che ha scelto di restare a
Bagdad, scompare, il tronco generoso di un abete rosso lo sostiene nel suo sgomento.
E se c’è un albero per l’incertezza, e per la morte, c’è anche un albero per la
pazienza, per la speranza, un albero per il sogno. Le telefonate in Iraq,
l’ansia per il fratello, il caos rovinoso in cui il suo paese sprofonda anche
dopo la caduta di Saddam lo triturano come un mortaio gigante. Gli alberi gli
insegnano a piegarsi e muoversi nel vento, ad ascoltare se stesso; a ritrarre
il dito dalla polvere del passato e pensare a un nuovo inizio.
Edizioni Terra Santa, 2021
La memoria del passato illumina
il presente: così è stato in occasione dell’ottavo centenario dell’incontro tra
Francesco d’Assisi e il sultano al-Malik al-Kāmil, celebratosi nel 2019. Tale
ricordo ha suscitato non soltanto convegni e pubblicazioni accademiche, ma ha
ispirato papa Francesco nella sua opera di promozione del dialogo e della
riconciliazione tra le religioni. In particolare, a quell’incontro si ispira il
Documento di Abū Dhabī (Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale
e la convivenza comune), sottoscritto nello stesso anno da papa Francesco e dal
grande imām di al-Ahzar Ahmad al-Tayyeb.
Alla ricostruzione di
quello storico incontro, tuttavia, mancava fino ad oggi un vero approfondimento
sulla personalità di al-Malik al-Kāmil. L’Autore, sulla base di fonti arabe,
cristiane e musulmane, contemporanee agli eventi narrati, colma questa lacuna,
restituendoci per la prima volta un profilo accurato e minuzioso dell’uomo che
accolse il Poverello di Assisi con apertura di mente e di cuore.
Oriente Occidente
Mario Liverani
Laterza, 2021
Tra Oriente e Occidente sembra che sia sempre esistito un vero e proprio scontro di civiltà. Nel nostro immaginario, le guerre persiane per secoli hanno simboleggiato proprio questo: la lotta perenne tra il dispotismo orientale e la libertà dell’Occidente. Basti pensare ai 300 delle Termopili che resistono eroicamente all’invasione delle sterminate masse del Gran Re. Al contrario, per lunghi millenni a partire dalle antichissime civiltà mesopotamiche, il nostro Occidente (europeo) è stato una sorta di appendice al grande complesso orientale (asiatico). Ancora al tempo delle guerre persiane il grande impero vedeva la Grecia come un problema marginale. Furono proprio quei conflitti a trasformare i pesi sulla bilancia: il loro esito diede alla Grecia la forza non solo di resistere, ma anzi di reagire e infine prevalere. Viste le enormi differenze di potenza militare, di bacino demografico, di tradizione dominatrice, tra il grande impero e la piccola Grecia, è stato ovvio per il mondo occidentale costruire la propria immagine come qualitativamente superiore, facendo emergere i valori della democrazia contro il dispotismo orientale, delle libertà contro l'asservimento generalizzato, delle individualità contro la sottomissione etnica.
Storia del Medio Oriente in 100 mappe
Dall’antichità alle primavere arabe
Florian Louis
LEG edizioni, 2021
Un incrocio cosmopolita dal destino singolare: dai Sumeri a Daesh, qual è la storia di quello che tutti definiamo Medio Oriente? Nell’antichità, il Medio Oriente ha conosciuto molteplici rivoluzioni culturali: la nascita dell’agricoltura, della città, della scrittura... Terra di imperi e di conquistatori: dall’Egitto dei faraoni alla Persia, dall’arabizzazione all’islamizzazione, passando per le Crociate nel Medioevo. L’Impero ottomano prima e le potenze occidentali, poi dominano per lungo tempo questo territorio, lasciando un segno indelebile della loro presenza fino al momento delle indipendenze nazionali. Tra la seconda metà del XX secolo e i primi anni del XXI inizia l’età delle rivoluzioni e della ricomposizione territoriale. Con l’ausilio di più di cento mappe, curate da Fabrice Le Goff, questo atlante ripercorre la storia di uno dei tanti luoghi simbolo e culla della nostra civiltà, e ben descrive il pluralismo che da sempre caratterizza il Medio Oriente.
L’ombra di Dio
Selīm il sultano, il suo Impero ottomano e la creazione del mondo moderno
Alan Mikhail
Einaudi, 2021
All’epoca del sultano Selīm l’Impero ottomano fu un fulgido protagonista della scena mondiale. Questo libro getta una luce nuova su eventi epocali come i viaggi di Colombo, la Riforma protestante, la tratta degli schiavi e la conquista ottomana del Medio Oriente.
Dell’umana fratellanza e altri dubbi
Adnane Mokrani, Brunetto Salvarani
Edizioni Terra Santa, 2021
Il «Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune» – firmato nel 2019 ad Abu Dhabi da papa Francesco e lo Shaykh di Al-Azhar Ahmad al-Tayyeb – resta un evento storico di portata mondiale. In quella occasione i due protagonisti discussero, fra l’altro, del progetto della Casa della famiglia di Abramo (Abrahamic Family House), edificio destinato ad accogliere una moschea, una chiesa e una sinagoga a una ventina di minuti dall’aeroporto di Abu Dhabi, in funzione del dialogo fra le tre fedi.
Nonostante i proclami, non ci si può nascondere che per gli uomini e le donne del nostro tempo è diventato sempre più difficile riconoscersi come un’unica grande famiglia umana.
In questo confronto a due voci, i due studiosi Adnane Mokrani e Brunetto Salvarani riflettono senza infingimenti, anche di fronte alle tensioni internazionali e ai conflitti in cui l’elemento etnico-religioso sembra essere tornato prepotentemente alla ribalta.
Nessun documento può cambiare il mondo. La lettera non ci cambia, invece la parola che diventa vita ed etica trasforma e dà speranza per il cambiamento. Questo vale anche per il «Documento sulla fratellanza umana» e per l’enciclica «Fratelli tutti». Non è una dichiarazione scritta che cambia le cose, siamo noi che cambiamo la realtà, quando applichiamo i valori di quei testi nelle nostre vite. La vera domanda è: fino a che punto siamo seri nell’adottare quelle parole?
Mai più Masada cadrà
Storia e mito della fortezza di Erode
Samuele Rocca
Salerno editrice, 2021
L’assedio di Masada è un piccolo episodio nella grande storia del
popolo ebraico, ma ne diventa il simbolo. Nazionalismo e archeologia si
intrecciano all’ombra della fortezza di Erode. Sulla sommità di un vertiginoso altopiano situato nel cuore del
deserto di Giuda, una fortezza si affaccia a strapiombo sul Mar Morto: è
Masada. Qui un gruppo di ebrei, sotto la guida del leader carismatico Eleazar
ben Yair, si asserragliò dopo la distruzione del Tempio per continuare la
resistenza a oltranza contro i Romani. L’assedio si concluse con il suicidio
dei difensori, che preferirono togliersi la vita come uomini liberi piuttosto
che divenire schiavi dei romani; cosí nacque il mito di Masada, che da allora è
indissolubilmente legato all’identità ebraica.
Questo libro, ripercorrendo la storia del palazzo di Erode,
racconta la nascita di uno dei miti fondativi del movimento sionista, un mito
al quale il poeta Yitzhak Lamdan dedicò il celebre verso col quale prestano giuramento
i soldati israeliani: «Mai piú Masada cadrà!».
L’esaltazione della vicenda riportata da Giuseppe Flavio culminò
con gli scavi che rivelarono le vestigia della cittadella. Ancora oggi, Masada,
dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2001 e meta del turismo di
massa, mantiene intatto tutto il suo fascino.
Per migliorare l'esperienza di navigazione delle pagine e di fruizione dei servizi, questo sito utilizza cookie tecnici e analitici. Cliccando conferma, acconsenti all'uso dei cookie. Cookie Policy.