T/S Edizioni 2024
«Mi rifiuto di battermi per Israele senza battermi anche per la Palestina. Schieratevi per la pace, per l’umanità, per la dignità, per la vita».
Layla è palestinese, Robi è israeliana. Entrambe hanno perso un figlio nel conflitto che da decenni sconvolge il Medio Oriente. Si sono incontrate nell’associazione Parents’ Circle, un forum di famiglie israeliane e palestinesi che da anni promuove percorsi di riconciliazione fra persone che hanno perso un congiunto nella lotta. «Una donna israeliana si è alzata e mi ha abbracciato chiedendomi scusa. Lì ho realizzato che condividiamo lo stesso dolore, che le nostre lacrime hanno lo stesso colore».
Questa è solo una delle potenti storie di riconciliazione e di speranza raccontate in questa inchiesta. Storie di chi lavora per la pace all’interno di coraggiose organizzazioni non governative – apolitiche, apartitiche, laiche – in cui sovente collaborano israeliani e palestinesi, spesso ostacolati dai loro stessi governi.
Scelte di vita difficili e audaci, che segnano intere esistenze, e che dopo il 7 ottobre 2023 si sono fatte ancora più cariche di conseguenze. La terribile guerra iniziata quel giorno non solo è costata un numero inimmaginabile di vite umane, ma ha dato anche lo stop a molte iniziative per il dialogo costruitesi negli anni tra i due popoli. La fiducia reciproca è precipitata, l’urgenza della vendetta ha spazzato via ogni altra considerazione.
Ma non tutto è perduto: oltre il trauma e il dolore, ci sono ancora tante figure di “irriducibili”, da una parte e dall’altra, che si rifiutano di arrendersi alla logica dello scontro e credono nell’unica strada della convivenza possibile. Queste sono le loro storie.
Prefazione di NOA.
Feltrinelli 2024
Siamo noi a scegliere gli alberi? Oppure sono gli alberi a scegliere quale umano seguire nelle tappe della sua vita? O, meglio, non sono forse gli alberi a poter raccontare il passaggio terreno degli umani?
Il gelso di Gerusalemme, il pino piegato del Monte Nebo, gli ulivi di Betlemme, i sicomori di Gaza e i ficus dell’Orto botanico di Palermo, e poi i platani del parco di Gezi e i flamboyant del Cairo non solo sono tutti testimoni di una storia umana, ma scrivono, nel loro modo, la Storia.
È così che Paola Caridi ci presenta e racconta le storie dietro agli alberi – e ai giardini botanici – più simbolici del Medio Oriente e del Mediterraneo. E con queste storie – sorprendenti, personali, politiche e tragiche – fa vivere anche le storie degli uomini e delle donne che hanno deciso di abitare la terra dove questi alberi hanno messo radici.
Tra il memoir e la storia di aree dell’Italia e del Mediterraneo che hanno subìto una doppia colonizzazione – degli uomini e, all’interno della specie umana, di chi ha esercitato un potere indiscriminato e non partecipato anche sui luoghi e sul paesaggio –, Il gelso di Gerusalemme ribalta la nostra usuale prospettiva di comprensione dell’altro, ci aiuta a esaminare sotto nuovi aspetti i testimoni inermi e silenziosi dei passaggi cruciali nelle vicende del mondo.
È la storia, un pezzo di storia, raccontata dagli alberi.“Ora credo di aver capito che è tempo di ascoltare un’altra storia, oltre a quella così piccola e crudele, definita da noi umani con il sangue di altri umani. Troppo sangue. È tempo di imparare dagli alberi, e chiedere perdono.”
La storia del Mediterraneo e del Medio Oriente raccontata attraverso gli alberi. Un manifesto di botanica politica.
Rizzoli 2024
Una goccia d’acqua è sospesa sul capo del re di Assiria mentre legge il poema di Gilgamesh su una tavoletta di lapislazzuli: è la prima avvisaglia dell’inondazione che distruggerà la biblioteca del colto e feroce Assurbanipal. In un tempo remoto e in luoghi in cui ormai è quasi impossibile scorgere traccia delle più antiche civiltà, prende forma l’ultimo lavoro di Elif Shafak, che con il piglio della cantastorie ci conduce, di sponda in sponda, dal Medioriente al cuore dell’Occidente, dove nella Londra di metà Ottocento, sulle rive del Tamigi, nasce Arthur; ragazzo poverissimo e dalla mente luminosa, verrà sedotto dalle letture sulle spedizioni archeologiche condotte a Ninive, dove decide che si compirà il suo destino. Tra le insenature di questo libro che si dipana al modo di un fiume troviamo anche Zaleekhah, donna del XXI secolo, studiosa di idrogeologia, reclusa nella sua casa-chiatta sul Tamigi e in cerca di una nuova via. E poi ancora una bambina turca di etnia yazida, che dopo il battesimo nel Tigri è rapita dall’Isis per essere venduta come schiava. Ed è quella goccia iniziale appena formata, che non ha ancora toccato terra e che continuerà a trasformarsi, senza mai smettere di compiere il suo cammino, a unire inesorabilmente i protagonisti di questa storia. L’acqua che unisce i popoli e il mondo, portatrice di vita e di distruzione, l’acqua che non c’è più e quella che intirizzisce, grigia e fredda.
edizioni e/o 2024
Il protagonista Nur è un giovane rifugiato palestinese che vive nel campo profughi vicino a Ramallah, in Cisgiordania e per il suo aspetto (occhi e capelli chiari) viene spesso scambiato per un ebreo ashkenazita. Si è laureato in archeologia e ha deciso di scrivere un romanzo sulla vita di Maria Maddalena basandosi sui Vangeli gnostici. Ha una corrispondenza clandestina con l’amico d’infanzia Murad, detenuto nelle carceri israeliane, con cui discute spesso di questioni politiche e ideologiche relative all’occupazione israeliana. Un giorno Nur trova nella tasca interna di un cappotto che ha comprato nel mercatino dell’usato di Giaffa una carta d’identità di un cittadino israeliano che ha pressappoco la sua età. Vinto dal desiderio di lasciarsi alle spalle il campo profughi e potersi spostare liberamente per il Paese, visitando i siti archeologici di cui è appassionato, decide di far falsificare il documento apponendo la sua fotografia e di spacciarsi per israeliano, anche in virtù del fatto che padroneggia la lingua ebraica. Riesce a farsi assumere per una missione di scavi nei pressi di Megiddo. La sua falsa identità e la frequentazione dei colleghi allo scavo gli permetteranno di capire meglio la mentalità degli israeliani. Sarà anche l’occasione per creare e approfondire storie di amicizia e di amore. Nel frattempo, porterà avanti un dialogo interno, intenso e spesso doloroso, tra le sue due identità in conflitto: Nur (il palestinese) e Ur (l’israeliano). Un quadro originale della tragedia israelo-palestinese, che ci aiuta a capire lo stato d’animo di una delle due parti in lotta.
Feltrinelli 2024
Nasser Abu Srour, detenuto in una prigione israeliana dal 1993 e condannato all’ergastolo, con questa ode alla libertà ci fa sentire, alta e forte, la voce di una Palestina destinata a “fare a pezzi l’immagine stereotipata che ci vede come un Oriente barbaro, bisognoso di una guida che metta un freno alla sua brutalità e alla sua atavica arretratezza”.E chiamando a raccolta Mahmud Darwish e i poeti preislamici, ma anche Søren Kierkegaard, Karl Marx, Sigmund Freud e un pizzico di Italia, ci consegna la storia dell’amore per una donna, un amore più potente delle sbarre, delle catene e delle quattro mura di una prigione, perché “quando ami, sei il tuo tempo e sei il tuo spazio, niente ti delimita, niente ti si oppone, prima di te non c’è nulla e non c’è nulla dopo di te”.Una “lettura scomoda” ma necessaria.
Astarte Edizioni 2024
Alla vigilia del matrimonio della figlia, Salma legge il destino della ragazza nei fondi di una tazza di caffè. Vede per Alia e per i suoi figli un futuro instabile, segnato dalla perdita della casa e dall’incertezza. Pur scegliendo di tenere per sé la predizione, questa si avvererà quando la famiglia verrà sconvolta dallo scoppio della guerra dei sei giorni nel 1967. Mezzo secolo di Storia provocherà lo sradicamento e la dispersione dei membri della famiglia Yacoub, tra Palestina, Kuwait, Giordania, Libano, fino all’Europa e gli Stati Uniti. Seguendo le storie di quattro generazioni, questo romanzo lirico ed emotivamente travolgente ci interroga su che cosa si possa considerare casa: ciò che per tradizione ci è stato tramandato o quello che costruiamo nel nostro presente?
Marcianum Press 2024
“Oriente” e “Occidente” sono costruzioni culturali di lunga durata. Questo libro esplora il modo in cui, fra Medioevo e contemporaneità, l’“Occidente” ha guardato al suo corrispettivo “orientale”, all’insegna di quell’esotismo dietro il quale, sino al secolo scorso, si nascondeva, ancora, la consapevolezza d’interazioni profonde. La raccolta di alcuni saggi, in parte inediti e in parte pubblicati in sedi diverse, opportunamente rivisti costituisce un’occasione per tornare a riflettere su questo importante nodo della nostra storia culturale.
Prefazione di Antonio Musarra
MONDADORI 2024
Nell’estate del 671 a.C. l’esercito del re Esarhaddon attraversò la penisola del Sinai, entrò in Egitto e si impossessò della terra dei faraoni. Migliaia di prigionieri furono condotti a Ninive, la capitale del regno assiro, un immenso impero che dal Mediterraneo si estendeva all’Iran occidentale e dall’Anatolia arrivava al Golfo Persico.
La conquista dell’Egitto fu il culmine di un lungo viaggio attraverso la storia. Un viaggio iniziato nella seconda metà del III millennio a.C. ad Assur, una piccola città che nel corso di alcuni secoli assunse un ruolo di primo piano nel commercio internazionale, accumulò una notevole ricchezza e divenne il centro di uno stato con una monarchia bramosa di misurarsi con le grandi potenze dell’epoca e di estendere i confini nazionali con la forza delle armi. Fu proprio la guerra, infatti, la cifra della politica assira, l’espressione della sua hýbris imperiale. «Davanti a me le città, dietro di me le rovine» recitava un’iscrizione del re Esarhaddon, che, come gli altri sovrani, condusse sistematiche campagne di sottomissione nei confronti dei popoli vicini. Feroci e spietati, i re assiri diventarono così il simbolo del «dispotismo orientale», nonché l’emblema della corruzione dei costumi, e le loro città finirono con l’incarnare l’«alterità» rispetto alle capitali religiose, culturali e politiche dell’Occidente.
Ma l’Assiria, a lungo conosciuta soltanto attraverso la Bibbia ebraica e i testi degli autori greci, non fu soltanto un regno oppressivo e sanguinario. La circolazione delle merci e delle idee, i centri urbani ornati di giardini, le sculture monumentali, la scrittura, i grandi poemi epici, le ricche biblioteche, un efficiente apparato burocratico e una società cosmopolita ne fecero una delle più fiorenti civiltà del mondo antico. Essa fu il primo grande organismo sovranazionale, un modello per gli imperi successivi. E la sua scomparsa, avvenuta nel 612 a.C., rimane un enigma per certi versi inesplicabile. Un mistero che solo le straordinarie scoperte archeologiche avvenute a partire dalla metà del XIX secolo hanno iniziato a penetrare e alle quali Frahm attinge per questo ricco e magistrale volume.
Futura Editrice 2024
Mentre consegniamo queste pagine, arrivano storie e immagini di una tragedia dai luoghi di cui si parla nel libro. Quando nelle luminose giornate di maggio intervistavamo donne palestinesi e israeliane, non potevamo immaginare che pochi mesi dopo ci saremmo trovate nel buio di un genocidio. Oltre 30.000 donne, uomini, bambine e bambini palestinesi uccisi da Israele nella striscia di Gaza, e non solo. È una storia che viene da lontano, non solo dal 7 ottobre. Una storia coloniale. In Palestina e Israele andiamo da anni, per impegno, amore forse, verso un luogo, le sue abitanti, le loro vite. Tra il 2022 e il 2024 abbiamo raccolto storie di donne palestinesi che vivono in quei territori, di israeliane, meno numerose di un tempo, che gridano la necessità di un’altra Israele, e di donne italiane che sono andate là partendo da qui, per restare una settimana o 25 anni, per tradurre in concreto parole difficili come giustizia e solidarietà. Storie che vengono da Ramallah, Gaza, Nablus, Gerusalemme, Haifa, Tel Aviv, da villaggi e città, e anche dal l’Italia. Luoghi difficili, di occupate e occupanti che condividono la ricerca comune di giustizia per sé e per il mondo. Dopo il 7 ottobre le abbiamo ricercate, a volte senza più ritrovarle. Anche oggi non rinunciano al desiderio di parlare. Sono testimonianze di un legame che vuole, ostinatamente, attraversare i confini più difficili.
n.5 maggio 2024
“Misteri persiani” è il quinto volume del 2024.
Scandaglia le profondità della Repubblica Islamica dell’Iran per far emergere la natura peculiare dell’impero informale fondato da Khomeini.
Ampio spazio viene dedicato allo scontro con Israele,
nemico perfetto che ha permesso ai persiani di appropriarsi della causa palestinese. Dunque, di intestarsi la leadership del mondo arabo, aggirando la secolare barriera culturale che separa arabi e persiani.
La prima parte, “Il fronte interno e lo scontro con Israele”,
indaga le contraddizioni e le faglie interne alla Repubblica Islamica, il senso strategico del confronto con lo Stato ebraico e l’approccio di Gerusalemme alla contesa regionale con Teheran.
La seconda parte, “I clienti dell’impero”,
illustra la rete mediorientale dell’Iran, analizzando le modalità con cui gli ayatollah (non) manovrano i propri agenti di prossimità dallo Yemen alla Siria, da Gaza all’Iraq e al Libano.
La terza parte, “Amici e nemici”,
si concentra sulle relazioni tra la Repubblica Islamica e le principali potenze. Stati Uniti, Cina, Russia, ma anche attori regionali come Turchia e Arabia Saudita.
Crocetti Editore 2024
Addio Anatolia è la storia, epica e drammatica, della scomparsa dell’ellenismo dalle terre in cui era insediato da tremila anni.
È il racconto di un paradiso perduto. Mostra il fallimento rovinoso e sanguinario di ogni forma di nazionalismo, sia turco che greco, e accusa con forza la politica sciagurata delle Grandi Potenze in Oriente, guidata dalla brama di petrolio e dalla corruzione.
Seguendo le peripezie del protagonista Manolis e dei suoi compagni di sventura, Didò Sotirìu offre al lettore un romanzo avvincente e, allo stesso tempo, uno sguardo ricco di umanità e di una limpidezza rara sulla Grande Catastrofe dell’Asia Minore. La tragedia, che trovò compimento nella tarda estate del 1922, viene infatti descritta dall’autrice – che fu lei stessa, a soli tredici anni, una di quei profughi greci scampati ai massacri e costretti all’esilio dalla terra natìa – con grande equilibrio e apprezzabile assenza di partigianeria.
Definito il Guerra e pace della letteratura greca, Addio Anatolia è ormai considerato un classico della letteratura greca contemporanea.
TS Edizioni 2024
La necessità di riflettere sulla nozione e la pratica dell’atto ospitale è suscitata da una stringente attualità: occorre infatti dare risposte agli interrogativi che genera oggi la coabitazione di popoli e culture in società complesse come quelle contemporanee. Proprio lasciandosi interrogare da questa complessità, si intuisce che la sfida dell’accoglienza non è solo economica o politica ma anche spirituale. Infatti l’ospitalità, interpretata nell’ottica dei tre monoteismi abramitici, rappresenta e coinvolge il divino: attraverso questa pratica noi scorgiamo il cuore stesso di Dio.
Claudio Monge, esplorando alcune consuetudini sociali tipiche delle culture semitiche, cerca di cogliere l’evoluzione delle pratiche dell’ospitalità nella culla geografica comune a ebraismo, cristianesimo e islam. Al cuore della ricerca, l’analisi dell’episodio biblico di Abramo a Mamre (Genesi 18), un racconto paradigmatico dell’atto ospitale e non una semplice perla letteraria dell’Antico Testamento.
Attorno al tema dell’ospitalità, inoltre, si può tessere una rete di concetti che sta alla base di una “pedagogia del dialogo interreligioso”. Ma non c’è dialogo senza riconoscimento dell’alterità e della propria unicità. Un motivo in più per apprezzare l’importanza della pratica dell’accoglienza, che riorganizza in modo nuovo la stessa comprensione della nostra identità individuale.
Prefazione di Enzo Bianchi
Crocetti Editore 2024
Beirut, una mattina presto nella primavera del 1860. Impossibile assaporare la bellezza della luce dell’alba. O il profumo dei giardini portato dalla brezza. La città portuale è irriconoscibile, invasa dai profughi del Monte Libano e della Siria, cristiani maroniti sopravvissuti al massacro perpetrato dai drusi durante diverse settimane di un’ondata omicida che si è estesa fino alla città di Damasco. Per rappresaglia, i leader drusi vengono mandati in esilio nei Balcani e, tra loro, i cinque figli dello sceicco Ghaffar Ezzedine. Quest’ultimo viene a chiedere la loro grazia al governatore ottomano della regione, gli è concesso di salvarne uno. Ma qualcuno deve imbarcarsi al suo posto, insieme agli altri quattro fratelli Ezzedine. Toccherà a un cristiano, il venditore di uova Hanna Ya‘qub, che verrà gettato nella stiva della nave. Inizia così l’esilio di quest’uomo punito dal destino per essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Chi è Hanna Ya‘qub? Perché gli accade ciò che gli accade? Dov’è la giustizia? In un mondo così violento, ieri come oggi, quanto può sopportare un essere umano? Passeranno dodici anni prima che Hanna Ya‘qub riesca a ritrovare la via del ritorno, dove lo aspettano l’amata moglie Hilana, che intanto si mantiene facendo le pulizie per il conte Bustros, e la figlia Barbara. Tra carceri e lavori forzati, in Serbia, Kosovo, Albania e Montenegro, la sua è la storia, ironica e fatalista, di un Giobbe, o di un capro espiatorio, libanese, sullo sfondo del groviglio etnico-religioso dell’Impero Ottomano del XIX secolo.
Giuntina 2024
Protagonista emblematica della storia d’Israele, ricordata da alcuni con affetto e da altri con biasimo, amata o detestata, ma sempre e comunque considerata iconica e quasi leggendaria, Golda Meir è stata la prima premier donna, e finora l’unica, alla guida dello Stato d’Israele, segnandone per sempre, con la sua forte personalità e le sue scelte politiche, l’identità e il destino. Nata a Kiev in epoca zarista, seguì prima la famiglia negli Stati Uniti per poi trasferirsi da adulta in Palestina, territorio all’epoca sotto il protettorato britannico.
Animata da spirito pionieristico e dal sogno socialista sionista, Golda ha scalato pian piano tutti i gradini del Mapai, il partito laburista, prima come membro di un kibbutz, poi come segretaria e impiegata del sindacato dei lavoratori, fino ad arrivare alla carica di ministro del Welfare, degli Esteri e infine ad assumere il ruolo di primo ministro dal 1969 al 1974. Famosa per i suoi aforismi, le sue frasi tranchant e la sua schiettezza, Golda ha rappresentato un’epoca, quella dei padri – e grazie a lei anche delle madri – fondatori dello Stato ebraico. Questa biografia di Elisabetta Fiorito ne ripercorre le tappe essenziali, personali e politiche, con un’attenzione particolare ai rapporti con l’Italia, all’incontro con Aldo Moro e all’amicizia con Pietro Nenni.
Giulio Einaudi Editore 2024
L'ebraico ha una storia molto speciale, se non unica: lingua sacra per antonomasia, è rinata appena un secolo e mezzo fa ma di fatto non è mai morta, ha piuttosto vissuto per millenni sul territorio scritto e liturgico. Una lingua antica e nuova, bella e aspra ma talora dolcissima, scarna ed eloquente.
Questo libro non è una storia organica e filologicamente corretta dell’ebraico e nemmeno una grammatica o un manuale. È invece il racconto appassionato e innamorato di questa lingua nel suo sviluppo storico e nelle sue particolarità. Una lingua antica e nuova, bella e aspra ma talora dolcissima, scarna ed eloquente. Con caratteri diversi da quelli latini, senza vocali, si legge da destra a sinistra, è la lingua della Torah. L’ebraico è antichissimo e non è mai morto. È sempre stato accanto alla vita degli ebrei, conosciuto, amato, letto, scritto. La gran maggioranza della letteratura degli ebrei, nei secoli dei secoli, è stata scritta in ebraico. Milioni di parole in ebraico sono state pronunciate ogni giorno nelle sinagoghe, nelle scuole. E risuonano ancora nelle lingue che parliamo.
NERI POZZA 2024
Milad, cinque anni, è emozionatissimo: sulle spalle uno zaino più grande di lui con dentro la sua merendina preferita, non vede l’ora di salire sul pullman per la prima gita di classe della sua vita, destinazione un parco a nord di Gerusalemme. Quando Milad saluta la mamma ed esce sotto una pioggia battente, suo padre Abed sta ancora dormendo. La giornata che cambierà per sempre la vita di Abed Salama comincia qualche ora più tardi, su una strada bloccata, una delle poche su cui ai palestinesi è ancora concesso viaggiare, e la notizia di un incidente «con alto numero di vittime». Incalzato da un presagio, Abed raggiunge trafelato il luogo dell’impatto dove lo accoglie una bolgia infernale: un gigantesco tir rovesciato, uno scuolabus in fiamme, dei corpi a terra. Milad però non si trova. Inizia così per Abed una corsa angosciante in un labirinto fatto di ostacoli fisici, burocratici, emotivi, dovuti alla sua condizione di palestinese. E questo padre palestinese è dalla parte sbagliata del muro di separazione, i suoi documenti del colore sbagliato non gli consentono di superare i checkpoint dei militari, di entrare a Gerusalemme, di conoscere la sorte di suo figlio. La ricerca disperata di Abed incrocia il cammino di altre persone, con le loro storie che convergono, tutte, su quell’inferno: un’insegnante di asilo e un meccanico, un ufficiale israeliano e un funzionario palestinese, un colono paramedico, operatori sanitari ultraortodossi. Due madri, che sperano che il bambino ferito ma vivo sia il loro. Leggendo questo libro – preciso e caldo, appassionato e lucido – non ci troviamo in un’opera di finzione in cui gli eventi, le persone citate sono frutto della fantasia dell’autore, ma precipitiamo nel feroce quotidiano di chi vive nella terra più contesa del pianeta e, pur privato dei più elementari diritti, cerca di mantenere intatta la propria umanità. Ne usciremo più acutamente, e nuovamente, consapevoli.
LEG 2024
Il 6 ottobre 1973 due attacchi in simultanea su fronti distinti prendono di sorpresa Israele, minacciando i territori occupati a seguito della Guerra dei Sei Giorni del 1967. In uno dei giorni più sacri del calendario ebraico, le forze israeliane (anche a causa di errori di intelligence) sono mal preparate, per cui l’attraversamento del Canale di Suez per gli egiziani e delle alture del Golan per i siriani iniziò nel segno del successo. Nel corso delle settimane successive si sarebbe svolta la difficile ma ferma reazione israeliana contro le forze nemiche, fino all’intervento diplomatico di Stati Uniti e Unione Sovietica. Simon Dunstan sviluppa nel volume un’analisi attenta della guerra dello Yom Kippur, descrivendo le battaglie e le forze coinvolte anche con il supporto di mappe, foto e illustrazioni, presentando comandanti e mezzi militari, esaminando infine anche le rilevanti conseguenze del conflitto. Nonostante una formale vittoria, per Israele si trattò infatti di un colpo durissimo, le cui conseguenze continuano a farsi avvertire nello scenario mediorientale.
EURINSTANT 2024
In questo breve saggio si cerca di mettere a fuoco le ragioni che hanno portato a questa nuova guerra, cominciata col pogrom del 7 ottobre 2023. L’amore che l’autore dichiara verso lo Stato degli ebrei (è bene chiarirlo subito), al di là delle considerazioni sull’attuale governo, è l’idea di fondo di questo lavoro, che in parte si richiama a un suo libro precedente intitolato “Il sionista gentile”.
LEG 2024
"Coloni. Gli uomini e le donne che stanno cambiando Israele e cambieranno il Medio Oriente" è il frutto di un lavoro svolto tra il 2018 e il 2021, aggiornato agli eventi legati all’ultimo sanguinoso conflitto di Gaza del maggio 2021. Nel corso di tre lunghi soggiorni in Israele l’Autore ha raccolto testimonianze, riflessioni e altro materiale originale e inedito, incontrando direttamente i “Coloni” che vivono nei territori occupati della Cisgiordania e che vengono considerati uno dei principali ostacoli alla pace tra israeliani e palestinesi. L’obiettivo di questo lavoro è quello di far conoscere come vivono e cosa pensano, quali sono le ragioni che spingono uomini, donne, giovani e meno giovani, intere famiglie a trasferirsi negli insediamenti costruiti nei territori conquistati da Israele con la guerra dei sei giorni del 1967 e che vengono chiamati ancora con i nomi biblici di Giudea e Samaria. Il tutto senza filtri e intermediazioni. In questo racconto, i “Coloni” parlano liberamente anche dei rapporti con i palestinesi, della situazione politica attuale, delle prospettive della pace e dell’eventualità della nascita di uno Stato palestinese indipendente. A raccontare le loro storie, i pensieri, le convinzioni e le motivazioni delle loro scelte sono i leader attuali e i padri fondatori dei movimenti dei coloni, imprenditori, intellettuali, uomini e donne che vivono negli insediamenti costruiti nei territori occupati. Dalle loro parole emerge un complesso di convinzioni che parte dal rapporto storico con la terra di Israele, così come definita nella Bibbia, prosegue con il legame millenario con la religione dei padri, si consolida con il prezzo in termini di vite e di sangue pagato oggi da chi vive negli insediamenti ebraici in Cisgiordania. Concludono il lavoro due approfondite interviste all’ex vice sindaco di Gerusalemme David Cassuto, e al professor Sergio Della Pergola, massimo esperto mondiale di demografia ebraica.
LEG 2024
Dopo aver raccontato il pensiero e le motivazioni che spingono gli ebrei israeliani a vivere nei territori occupati nel libro “Coloni. Gli uomini e le donne che stanno cambiando Israele e cambieranno il Medio Oriente”, in questo nuovo lavoro l’Autore rivolge la propria attenzione al composito mondo israeliano che si oppone al fenomeno degli insediamenti nella Cisgiordania, accusati di essere l’ostacolo principale alla soluzione del conflitto israelo-palestinese. Il libro prende spunto dalla Dichiarazione di Indipendenza dello Stato di Israele del 14 maggio 1948, che nel 2023 celebra il suo 75° anniversario. In quella occasione, Ben Gurion, fondatore e primo ministro del neonato Stato israeliano, sottolineò la volontà di Israele di vivere in pace con i suoi vicini, riconoscendo uguaglianza di diritti a tutti coloro che sarebbero stati sottoposti alla sua sovranità. Cosa è rimasto di quei propositi? Chi nel Paese lotta oggi per la loro attuazione? Quanto del concetto di uguaglianza annunciato nel ‘48 è pratica reale nei territori conquistati con la guerra del 1967, in particolare nella Cisgiordania? Quali sono le prospettive di Israele, dei palestinesi e dell’occupazione dei territori? Il tema viene affrontato incontrando direttamente in Israele personalità di alto profilo del mondo del pacifismo e del dialogo. Al centro delle riflessioni quella che viene da tutti ritenuta la vera emergenza nei territori occupati: la tutela e il rispetto dei diritti umani dei palestinesi, non di rado vittime della violenza dei gruppi più estremisti dei coloni. Concludono il libro due lunghi incontri-intervista: il primo con Ehud Olmert, l’ultimo premier israeliano a presentare un piano di pace ai palestinesi (2008), il secondo con Tamir Pardo, ex capo del Mossad, i famosi servizi segreti di Israele.
Scholé 2024
Un libro che per la prima volta ricostruisce le figure di Gerusalemme e Gaza nella Bibbia e nelle tradizioni rabbinica e islamica, per capire le radici culturali del conflitto israeliano-palestinese. Uno sguardo che si sofferma sui simboli e le credenze religiose – a partire dal concetto di Terra Santa – che agiscono sotto le decisioni politiche e gli eventi che lacerano la terra di Abramo: Israele e Palestina. Con l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023 è messa in gioco l’esistenza stessa dello Stato di Israele da parte del fondamentalismo islamico e la convivenza tra i due popoli. Un testo per capire le ragioni religiose della più lunga guerra contemporanea, delineando le condizioni culturali – e teologiche – di possibili percorsi di pace e mutuo riconoscimento.
La nave di Teseo 2024
Io, arabo e musulmano di nascita, non riesco a trovare le parole per esprimere l’orrore per ciò che Hamas ha fatto il 7 ottobre 2023. La barbarie non ha scuse né giustificazioni. Sul fronte opposto, i palestinesi di Gaza vivono sotto embargo da oltre quindici anni, hanno imparato a conoscere la morte in tutte le sue forme. Adesso l’esercito israeliano non colpisce soltanto i miliziani, ma bombarda interi quartieri e uccide famiglie indifese. Davanti a questi eventi, la mia rabbia non sa più che direzione prendere. La rabbia è impotenza, è il fuoco dentro che non riusciamo a controllare. Questo è il tempo della guerra, il tempo della rappresaglia, il tempo della vendetta, mentre dovremmo pretendere il tempo del dialogo. Ma nessuno, al momento, sembra guardare a quel giorno.
Derive e approdi 2024
Le fonti alla base di questo libro sono diverse: documenti originali tratti da una esperienza ventennale nell’attivismo italiano ed europeo di solidarietà con la Palestina, testimonianze, analisi di autori internazionali, ricerche sulle attività delle amministrazioni regionali per accordi economici, culturali e militari con Israele. L’obiettivo è rispondere ad alcuni nodi irrisolti sulla «questione israelo-palestinese». E soprattutto ci si domanda perché continua la resistenza armata dei giovani palestinesi e perché la soluzione «due Stati per due popoli» sia divenuta soltanto uno slogan sempre più irrealizzabile.
Spostando l’obiettivo sull’attivismo di solidarietà in Europa e in Italia, la ricerca fa emergere le cause di un declino della partecipazione, le responsabilità e le complicità politiche, economiche e militari. Attraverso un lungo e approfondito lavoro di ricerca, il libro affronta dunque questioni decisive di un conflitto drammatico e irrisolto del mondo contemporaneo.
Castelvecchi 2024
Il Mediterraneo, da secoli punto d’incontro tra genti, tradizioni e ideali, è il cuore da cui sono nate la cultura, la storia e l’identità unitarie che ancora oggi riconosciamo come parte fondante di noi. Il ricordo della sua antica prosperità è oggi destinato a estinguersi, a svilirsi? Claudio Monge e Giuseppina De Simone affermano il bisogno di tutelare la diversità, che da sempre arricchisce questo crocevia di culture, attraverso una nuova proposta teologica. Insieme, riabilitano la “memoria” del Mediterraneo non solo in relazione al suo ricco passato, ma scegliendo di orientarla alla pratica, alla trasformazione della realtà personale e sociale. Accentuando in questo modo la funzione critica della teologia, la pongono al servizio dell’umano, pur in costante dialogo con l’epifania del divino. Così, l’antico Mare nostrum da “confine” ridiventa “soglia”, il cui attraversamento ci rende altri.
EdiKIT 2024
Rachel è un'ebrea laica e una scrittrice di successo; vive a Oxford col marito e, per un breve periodo, si trasferisce in Italia per un incarico presso l'università di Milano. Quando Chiara -una studentessa che le ricorda una persona del passato- sparisce in Israele, il fratello Simone chiede il suo aiuto per ritrovarla. In un crescendo di tensione, la protagonista si ritrova così a fare i conti con legami che credeva seppelliti e con la terra d'origine. Tra salti temporali e geografici, emerge la sua vicenda di israeliana nata e cresciuta a Mea Shearim, il quartiere charedì -ultraortodosso- di Gerusalemme, da dove, ancora ragazzina, scappa per sottrarsi a un matrimonio combinato.
Habaytah -che in ebraico significa "verso casa"- è una storia sui legami familiari strappati, sulla necessità di ritrovare pace nel cuore, sulla paura e sul desiderio profondo di riappropriarsi della propria identità.
Maria Elisabetta Ranghetti -alla settima pubblicazione- torna a raccontare Israele, protagonista dei suoi primi due romanzi, una terra composita e affascinante a cui è legata da decenni; con stile coinvolgente, porta il lettore dentro a una vicenda dal sapore universale raccontando il mondo complesso degli charedim.
Una storia di speranza che parte da Gerusalemme, passa per l'Europa e l'America per ritornare in Israele, cuore pulsante di un'umanità spesso travagliata, ma desiderosa di vita.
Editrice Morcelliana 2023
Un piccolo principato dell’Anatolia diventa uno degli imperi più vasti e potenti della terra. Guidato da sultani come Osman I, Bayezid, Mehmed II e Solimano, estende i suoi domini su tre continenti, mettendo fine all’esperienza millenaria dell’Impero romano d’Oriente, conquistandone la leggendaria capitale Costantinopoli nel 1453 e minacciando il cuore della cristianità con il grande assedio di Vienna nel 1683. I secoli successivi sono quelli del confronto con la modernità, del “declino” o, secondo una nuova interpretazione storiografica, dell’adattamento, del cambiamento, delle riforme, in uno scenario caratterizzato dalla egemonia militare e commerciale dell’Occidente. Sarà la Prima guerra mondiale a segnare la fine dell’esperienza imperiale ottomana, con la nascita, nel 1923, della Repubblica turca. La sua storia – dalla fondazione, sotto il segno di Mustafà Kemal Atatürk (il “Padre dei Turchi”), al nuovo millennio, che vede nella Turchia un attore fondamentale nella geopolitica del Medio Oriente e del Mediterraneo – viene ripercorsa in queste pagine, che presentano anche temi trasversali normalmente trascurati: i movimenti per i diritti delle donne, gli aspetti culturali e linguistici e i nuovi scenari, come il neo-ottomanismo.
Contributi di: Çigdem Oguz, Michele Bernardini, Fulvio Bertuccelli, Ali Aydin Karamustafa, Valentina Marcella, Nicola Melis, Lea Nocera, Carlo Sanna, Tommaso Stefini.
Çigdem Oguz insegna presso l’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, Dipartimento di Storia Culture Civiltà (DISCI). I suoi interessi di ricerca sono: la storia sociale e intellettuale dell’Impero ottomano, le relazioni tra lo Stato e la società, gli studi sulla cittadinanza, la Prima guerra mondiale, le donne e il genere nel contesto del Medio Oriente. Tra le sue pubblicazioni: Moral Crisis in the Ottoman Empire: Society, Politics, and Gender during WWI (I.B. Tauris, 2021).
il Mulino 2023
Poche storie contemporanee sono così rilevanti come l’ascesa delle monarchie del Golfo: da attori secondari sullo scacchiere mediorientale a nuovo centro di gravità del Mediterraneo allargato e, infine, ad attori chiave sui delicati equilibri globali dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Il volume racconta questa storia, per conoscere meglio i paesi che assicurano il 20% delle risorse energetiche mondiali, che agiscono come forze importanti negli equilibri finanziari e che condizionano le traiettorie politiche dal Mediterraneo, all’Africa orientale, all’Asia sud-occidentale. Dal conflitto libico alle tensioni con l’Iran, dalla sicurezza di rotte e snodi nevralgici alla delicata partita multipolare tra Stati Uniti, Cina e Russia, le monarchie del Golfo sono al centro di interessi strategici per l’Europa, come per l’Italia. Nel libro si analizzano queste dinamiche in forma chiara e si descrive il ruolo chiave che la Penisola Arabica gioca nei mercati energetici e nella transizione verso forme di energia rinnovabili.
Ponte33 - Almas - 2023
Pubblicato nel 1952, Cheshmayash (I suoi occhi), generalmente considerato una pietra miliare nello sviluppo della narrativa persiana moderna, è il romanzo con cui Bozorg ‘Alavi conclude, e consacra, la sua troppo breve carriera letteraria. La storia ruota attorno al dipinto di una donna sconosciuta intitolato I suoi occhi e il narratore assume il ruolo di detective alla ricerca di una verità da scoprire: gli occhi sono di Farangis, donna affascinante e complessa di famiglia aristocratica, che nel corso del romanzo svela il suo particolare rapporto con Makan, il famoso artista che l’ha dipinta e figura chiave dell’opposizione clandestina a Reza Shah. In I suoi occhi ‘Alavi si rivela abile nell’analizzare il sentimento amoroso dalla prospettiva femminile e riesce a fondere i suoi interessi di natura psicologica con quelli relativi all’impegno politico, facendo anche respirare il clima soffocante del regime imperiale che ha portato gli iraniani a diffidare gli uni degli altri.
Utopia 2023
Deciso a liberarsi di tutto, compresa la propria identità, il protagonista del romanzo parte per un lungo viaggio nell’intento di trovare un posto isolato dove ripararsi. Esce di casa con uno zaino sulle spalle, un mattino, all’alba. Dapprima si trascina nei parchi della città, nelle periferie, quasi come un senzatetto. Un giorno, però, si risveglia dolorante in un letto d’ospedale. Una dottoressa gli fa capire che è stato picchiato dalle forze dell’ordine, che per giunta si presentano in reparto e aprono una cartella sul suo conto.
Uscito dall’ospedale prima delle dimissioni, ormai senza più un nome, l’uomo si rimette in viaggio. È debole, comincia a dimenticare il motivo che lo ha spinto a partire. Cosa cerca? E perché? Dove sta andando? Camminando lungo una strada, viene fermato da alcuni militari che lo costringono a un rapido arresto. Quando riprende il cammino, la fame, la sete, il freddo e la pioggia lavorano il suo corpo ormai scheletrico. È vero, la mente perde lucidità, ma il suo spirito acquista leggerezza. Cos’è che cercava quando è partito? Non lo sa. Ormai l’unico suo desiderio è completare il viaggio. Ma verso dove? E perché? In un’avventura commovente tra città e montagne, innocenti e carnefici, guerriglia e silenzio, l’autore dona al lettore un’opera cardinale della nuova letteratura esistenzialista. C’è un fine, un obiettivo nel lungo cammino della vita umana? Forse sì. Ma la ricerca ha esiti imprevedibili.
Casa Editrice Altano 2023
Nel vibrante panorama letterario turco del tardo XIX secolo, emerge un romanzo straordinario che continua a incantare i lettori fino ai giorni nostri. “Amore proibito” di Halit Ziya Uşaklıgil è un capolavoro senza tempo, un intenso racconto di amore e desiderio proibiti che affonda le sue radici nelle profondità dell’animo umano.
Ambientato nella vivace Istanbul dell’epoca, il romanzo ci catapulta nelle vite di due famiglie distinte, ma interconnesse. Da un lato, c’è la famiglia della spregiudicata Firdevs Hanım, composta da Firdevs stessa e le sue due affascinanti figlie, Peyker e Bihter. Dall’altro lato, incontriamo la famiglia del ricco Adnan Bey, con i suoi figli Nihal e Bülent.
Quando Adnan Bey decide di sposare la giovane e seducente Bihter, i fili del destino vengono tessuti in un intricato intreccio di passioni segrete e segreti inconfessabili.
Le rigide convenzioni sociali e le restrizioni imposte dalla società diventano barriere invalicabili per l’amore ardente che nasce tra Bihter e Behlül, il nipote di Adnan Bey. Mentre la loro passione li consuma, l’ombra del giudizio sociale li tormenta senza tregua.
Al contempo, si accende un conflitto acuto tra Bihter e Nihal, la sua figliastra. Le due donne si trovano coinvolte in una lotta subdola ma intensa, in cui si combatte una battaglia emotiva e psicologica per affermare la propria identità e il proprio ruolo all’interno della famiglia.
Nel cuore di questa storia avvincente, Uşaklıgil ci conduce in un viaggio straordinario nella psicologia dei personaggi, senza giudicarli, ma mostrandone le emozioni complesse, i desideri tormentati e i conflitti interiori.
Pubblicato per la prima volta nel 1901, “Amore proibito” ha segnato una svolta nella letteratura turca, aprendo la strada a una nuova era di narrazione profonda e coinvolgente. Questo romanzo epico continua a catturare il cuore dei lettori con la sua trama avvincente, le sue riflessioni psicologiche e il suo ritratto vibrante della società turca dell’epoca.
Un classico senza tempo, “Amore proibito” rimane un’opera fondamentale della letteratura turca, una testimonianza della capacità dell’amore di superare ogni ostacolo e un inno alla complessità dell’animo umano. Preparatevi a essere trasportati in un mondo di desiderio e passione, dove le scelte possono portare a conseguenze devastanti e l’amore può essere il più grande dei tabù.
Nutrimenti 2023
Una storia per immagini dell’ascesa del nuovo ‘sultano’ turco, dall’infanzia alla conquista del potere. Una ricostruzione rigorosa, realizzata dal giornalista più scomodo del nuovo regime, anche per cercare di spiegare come è stato possibile che la Turchia si sia trasformata in un regime islamico autoritario.
Come ha fatto un bambino nato in una povera famiglia anatolica a diventare l’uomo forte della nuova Turchia? Due oppositori dell’attuale regime di Ankara, uno giornalista, l’altro fumettista, hanno scelto la graphic novel per raccontare l’irruenta ascesa al potere di Recep Tayyip Erdoğan.
Il presidente turco è una delle figure politiche più controverse del Ventunesimo secolo, il politico più duraturo in Turchia e in Europa, che ora cerca nuovi spazi nel Mediterraneo. Diventato sindaco di Istanbul nel 1994, come islamista moderato ha fondato il suo partito nel 2001, vincendo le elezioni politiche dell’anno successivo. Ha conquistato gli elettori con il suo carisma e ha operato severe purghe in seno all’esercito e all’amministrazione turca debellando i suoi oppositori e trasformando la Turchia da repubblica laica a paese islamico autoritario.
La graphic novel di Can Dündar, illustrata da Anwar, ricostruisce la vita del giovane Erdoğan, dai suoi insuccessi scolastici alle glorie calcistiche, dai primi passi in politica alla scalata verso il potere. E nello stesso tempo ripercorrono le tappe fondamentali della storia turca dell’ultimo secolo fornendoci un potente strumento di comprensione del presente.
Un pellegrinaggio spirituale
TS Edizioni 2023
Non si può visitare la Terra Santa senza avere tra le mani la Bibbia e non si può comprendere appieno la dimensione storica della rivelazione biblica senza conoscere la geografia della Terra Santa. Quale guida migliore, dunque, di un grande biblista per scoprire i luoghi dello Spirito, dove le più grandi religioni del mondo si sono incontrate?
Il percorso proposto dall’Autore è strutturato in quattro grandi tappe che corrispondono ai momenti fondamentali di un pellegrinaggio in Israele e Palestina: la Galilea, la regione settentrionale teatro dei primi atti di Gesù, la centrale Samaria, la meridionale Giudea e al suo centro – ma anche al centro di tutta la Terra Santa e di tutta la Bibbia – Gerusalemme, la città santa delle tre religioni monoteistiche sorelle, l’ebraismo, il cristianesimo, l’islam. All’interno di ognuna di queste grandi tappe si snodano le località concrete in cui il pellegrino passerà: i 19 centri della Galilea, le 3 soste della Samaria, i 16 luoghi principali della Giudea e i 19 siti di Gerusalemme.
Il sommario del numero 10/23 dedicato alla guerra Ḥamās-Israele nel contesto della Guerra Grande.
Un viaggio in Terra santa
edizioni e/o in coedizione con LEV - Libreria Editrice Vaticana, 2023
La proposta, arrivata direttamente dal Vaticano, era semplice e diretta: si chiedeva a Eric-Emmanuel Schmitt di fare un viaggio in Terra santa e scrivere un diario.
Lo scrittore francese ha accettato e ha trascorso un mese tra Betlemme, Nazareth, la Galilea, Gerusalemme, scrivendo un vero e proprio itinerario tra i dubbi della ragione e le aperture della fede che quei luoghi suscitano. Il risultato è questo bellissimo libro, unico da tanti punti di vista.
Con una lettera di papa Francesco all’autore.
Libreria pienogiorno 2023
È un rovente pomeriggio d’agosto quello in cui Roya ha appuntamento in una piazza di Teheran con Bahman. Si sono conosciuti in una libreria, e lei si è subito innamorata di quel ragazzo appassionato di poesia che vuole cambiare il mondo. Vogliono sposarsi proprio quel giorno, di nascosto dalla famiglia di lui, ostile alla loro unione. Ma quello è anche il giorno in cui Roya scopre quanto male può fare la Storia quando ha piani diversi dai tuoi. Passano le ore, e Bahman in quella piazza non arriva. La ragazza si trova invece nel pieno di una sommossa violenta. Un colpo di Stato, scoprirà poi. In preda al panico, vede edifici in fiamme e uomini colpiti a morte sott o i suoi occhi, mentre lei riesce per un soffi o a mettersi in salvo. Non sa perché il ragazzo non si è presentato, se ha cambiato idea, se è stato imprigionato o addirittura ucciso a causa delle sue opinioni. Quello che sa è che senza di lui la sua vita si prospetta come una sequela infinita di giorni vuoti. Tanti anni dopo, in America, dove il padre l’ha mandata per metterla al sicuro e dove si è rifatta una vita, un incidente del destino fa riemergere con forza le domande che ha dovuto soffocare nel profondo della sua anima: Perché sei sparito? Dove sei andato? Come hai potuto dimenticarmi? Quel che emergerà è una verità sconvolgente che la farà vacillare e la metterà di fronte alla caparbia forza dell’amore.
Il Saggiatore 2023
n Cronache mediorientali Robert Fisk, uno dei più celebri corrispondenti di guerra al mondo, racconta cento anni di scontri, occupazioni, trasformazioni in Medio Oriente e in tutto il bacino del Mediterraneo.
Fisk era in Afghanistan quando i russi si battevano contro il «terrorismo internazionale» e gli afghani lottavano contro «l’aggressore comunista» e in nome di Allah. Si trovava sul fronte iraniano di quella che Saddam Hussein aveva battezzato «guerra lampo». Ha visto gli israeliani invadere il Libano due volte e poi la Cisgiordania. Ha assistito alle guerre civili in Algeria, Bosnia e Kosovo. Alla guerra del Golfo di Bush padre e alle guerre in Afghanistan e in Iraq di Bush figlio.
«Il Medio Oriente lascia la sensazione che nessun evento della storia abbia mai un orizzonte finito, che non arrivi mai il momento in cui poter dire: “Adesso basta”.» Fisk ha raccontato questa terra martoriata denunciandone torture, esecuzioni e genocidi, toccando con mano ingiustizie e orrori, smascherando le menzogne che da quasi un secolo hanno portato alla morte decine di migliaia di soldati e di civili. Essere corrispondente di guerra per lui significava spiegare, certo, il chi, il dove, il come e il quando, ma anche indagare i perché. Significava cercare di «monitorare i centri del potere», sfidare l’autorità – qualunque autorità. Quest’opera non vuole essere una cronologia dei conflitti in Medio Oriente, ma la narrazione di un’unica storia scandita in diverse storie; la testimonianza in presa diretta di una guerra moderna, della difficoltà, della frustrazione, dei pericoli che corre chi è impegnato a stendere la prima versione dei fatti. Una grande epopea tra Omero, Tolstoj e Kapuściński.
Centro Ambrosiano 2023
Con questo volume inizia la pubblicazione delle conferenze inedite che padre Paolo Dall'Oglio ha pronunciato nei mesi precedenti la sua espulsione dalla Siria. Commentando la prima forma della Regola della Comunità monastica di Deir Mar Musa da lui fondata, Dall'Oglio consegna il suo testamento spirituale: un itinerario di fede personale ma anche una visione profetica sulla Chiesa e sul mondo.
Una visione che apre a nuovi orizzonti: ecumenismo, fraternità tra uomini e donne, dialogo con l'Islam... tutti temi cari al magistero di papa Francesco. Prefazione di papa Francesco.
Ancora 2023
In occasione del decimo anniversario del sequestro del gesuita Paolo Dall’Oglio, che cadrà il 29 luglio 2023, questo volume è un tentativo di rilettura della sua figura, della sua storia, della sua riflessione sul dialogo interreligioso e sui rapporti fra Oriente e Occidente, nell’oggi di un mondo sempre più lacerato e frammentato, attraversato da quella “terza guerra mondiale a pezzi” di cui parla spesso papa Francesco. Riccardo Cristiano si concentra non sull’esito, dolorosamente non ancora appurato, della vicenda di Paolo Dall’Oglio, ma sulle motivazioni che lo indussero a recarsi a Raqqa (Siria), nel quartiere generale dell’Isis, da dove non fece più ritorno. Padre Dall’Oglio emerge come un credente che si è fatto avamposto della riconciliazione tra i figli di Abramo e anche tra loro e i «post-credenti», come lui stesso li definiva, lungo il cammino di Abramo.
TS Edizioni 2023
«Il Giordano è, sì, una meta radiosa verso cui l'Israele pellegrino del deserto sinaitico tende con tutta l'ansia e la gioia del cuore. Ma il Giordano è anche una tappa da superare e lasciare alle spalle, quasi da dimenticare: la terra promessa è al di là del fiume, la meta definitiva è "oltre"».
Il Giordano è un fiume povero rispetto ai più gloriosi e maestosi Tigri, Eufrate e Nilo, eppure è divenuto un grande simbolo della speranza. Nell’immaginario collettivo è un fiume unico, ed è alla Bibbia che deve la sua unicità.
Di questo fiume che si ramifica in entrambi i Testamenti, che irrora il terreno desolato della storia, che ha purificato peccatori, bagnato malati e battezzato il Figlio di Dio, Gianfranco Ravasi vuole tracciare la biografia. Perché il Giordano è quasi una persona, una creatura vivente, come la sua storia, con un volto mutevole, una nascita e una morte, e un’esistenza tortuosa.
Attraverso la documentazione biblica e la ricerca topografica, archeologica, letteraria e artistica, il libro è un invito a conoscere, ripercorrendola, la vita di un luogo tra i più cari ai pellegrini e viaggiatori in Terra Santa. Un viaggio dall’Antico al Nuovo Testamento attraverso il “filo azzurro” di un fiume che scorre lungo tutta la storia della Salvezza.
TS Edizioni 2023
Un racconto di viaggio per conoscere tutti i segreti di una città magica, ombelico del mondo. Dieci itinerari che, come altrettante linee di un’ideale metropolitana, attraversano la Città Vecchia presentandone luoghi, storie e curiosità.
Per milioni di persone Gerusalemme è il centro del mondo: città sacra per i tre grandi monoteismi, capitale eternamente contesa, sede di importanti ritrovamenti archeologici e istituzioni culturali. Secoli di storia sono ancora leggibili nei suoi vicoli, nei palazzi, nei monumenti, ma anche nei colori, nei volti degli abitanti, nei profumi del suk, nei contrasti palpabili tra un quartiere e l’altro.
Marco Bonatti, viaggiatore in Medio Oriente da oltre trent’anni, presenta la sua Gerusalemme, raccogliendo appunti di viaggio secondo un criterio che è un gioco: immaginare le tappe della visita come altrettante linee e stazioni di una metropolitana attraverso la Città Vecchia. Una rete improbabile ma non inverosimile: le case, i muri, le strade di Gerusalemme contengono e richiamano frammenti d’Europa che si sono accumulati nei secoli. Nel labirinto della Città Vecchia siamo destinati a perderci e a ritrovare le pietre che hanno fatto il nostro cammino, perché Gerusalemme è «il luogo dove tutti siamo nati», come scrive Jean-Pierre Sonnet. Quei luoghi sono dentro di noi, ci sono stati raccontati dai pittori, dai santi, dai filosofi, dai poeti – e da Dante soprattutto, che da Gerusalemme inizia il suo viaggio.
Un libro destinato ai curiosi ma soprattutto ai perplessi, che siamo un po’ tutti noi: i credenti, messi di fronte a un mistero che non potranno mai possedere fino in fondo; i non credenti o gli agnostici, che “vedono” la fede e faticano a tuffarsi. Tutti scandalizzati (e un po’ impauriti) da una guerra strisciante e da terrorismi che durano da troppo tempo.
Il Pozzo di Giacobbe 2023
Una indispensabile indagine storica e geografica per comprendere le origini del cristianesimo. Viene magistralmente ricostruita, per i primi due secoli dell’era cristiana, la vita di Antiochia, terza città dell’Impero e capitale della provincia di Siria, e di Efeso, sede del celebre tempio di Artemide e capitale della provincia d’Asia.
Si tratta di due città di primaria importanza nel Mediterraneo orientale, entrambe determinanti per lo sviluppo e la diffusione del cristianesimo.
Attraverso l’analisi del loro sviluppo e delle loro trasformazioni sarà possibile osservare i processi che portarono all’affermazione del cristianesimo e cogliere le dinamiche politiche, sociali, economiche e culturali entro cui i seguaci di Gesù costruirono e definirono la propria identità cristiana.
Monasterium 2023
La particolare forma di ascetismo scelta dagli stiliti, uomini che hanno deciso di vivere su una colonna tra meditazioni e preghiere incessanti.
La società contemporanea, pigra e opulenta, fatica a concepire esperienze come quelle narrate in questo libro. Sono i santi stiliti, uomini che volontariamente, ma su ispirazione divina, hanno scelto una particolare forma di ascetismo: vivere su un pilastro, una colonna una rupe inaccessibile, in uno spazio angusto e perlopiù in piedi.
Giorni fatti di meditazione e preghiera incessante, ma anche di privazioni estreme e prove quasi insuperabili. Da esse si risollevano, ogni giorno più saldi e forti nella fede, che testimoniano non solo a parole ma con opere e miracoli. E, dalle colonne di pietra sulle quali trascorrono l’esistenza, insegnano ancora oggi l’amore per Dio e i fratelli fino al sacrificio e all’offerta totale di sé. Il volume riporta le vicende, spesso sconosciute, di cinque santi stiliti vissuti tra il IV e il IX secolo. Tra di loro spicca San Simeone il Giovane, la cui Vita breve è tradotta qui per la prima volta in lingua italiana.
ADELPHI 2023
A Max basta vederla, quella Rashka appena quindicenne, per rimanerne abbagliato. E dire che finora tutto filava liscio: lui e la sua bella Flora, moglie e amica, complice e amante, sono tornati a Varsavia per procurarsi della «merce» per la loro fabbrica di borsette – in realtà, carne fresca per il florido bordello che gestiscono a Buenos Aires.
Appena arrivati, si sono immersi, come un tempo, nel mondo di via Krochmalna, cuore pulsante del ghetto di Varsavia, sorta di corte dei miracoli, dove, all’inizio del Novecento, aleggia ancora un buon «odore di birra, mostarda, bagel caldi e pretzel» e trafficano i loro vecchi amici, gente come Meir Panna Acida, Leah Lingualunga, Itche il Guercio e Srulke il Tonto.
Ma, come recita un antico detto yiddish, «dieci nemici non possono fare a un uomo il male che può fare a se stesso». E così sarà di Max Shpindler, un’altra delle indimenticabili figure della vasta commedia umana che Singer ha saputo mettere in scena: cinico e donnaiolo, in apparenza pienamente soddisfatto di sé e della propria ricchezza, pronto a finanziare un gruppo di anarchici se questo gli consente di far soldi, Max è in realtà tormentato da dubbi, e da domande a cui non trova risposta, e da tentazioni di morte – un tumulto che proprio l’incontro con l’irresistibile Rashka porterà con prepotenza alla luce. Dopo Keyla la Rossa e Il ciarlatano, un terzo, strepitoso inedito del grande scrittore polacco.
Salani Le Stanze 2023
Secondo il calendario europeo è il 1905. Mentre la nave passeggeri Afrodit si avvicina al porto di Smirne, trasportando una giovane spia indiana al servizio dell’Impero Britannico, una donna sta per partorire.
La spia non sa nulla della bambina che nascerà, ma il destino ama le coincidenze, e anni dopo sarà proprio Avinas a scoprire i segreti che la piccola porta con sé, guardando la città dalla coperta di una nave, come quella notte. Ma quella sera era profumata di magnolia, limone e gelsomino, mentre diciassette anni dopo la città sarà invasa dall’odore di cherosene, incendiata dalle armate turche.
Sarà proprio una ragazza salvata da quelle fiamme, ma senza più voce, a diventare una nuova Shahrazad, a raccontare i destini intrecciati di quattro donne appartenenti a culture diverse, una greca, una turca, una levantina e una armena. Come in un concerto, le loro storie di amore e tradimento, scomparse e rinascite, profughi e spie, comporranno una musica coinvolgente, l’indimenticabile storia di un tempo perduto e di una città cosmopolita, tormentata e meravigliosa: Smirne, la Perla d’Oriente.
Dopo Elif Shafak e Ece Temelkuran, ecco una nuova, grande voce della letteratura turca, che al centro del vortice della Grande Storia mette le piccole, preziose vite di coloro che si amano e amano la terra sotto i loro piedi, al di là delle identità che potrebbero separarli.
Marsilio specchi 2023
La Turchia non è più il «malato d’Europa», il paese spento, triste, in bianco e nero che per tutto il secolo scorso ha vissuto nell’ombra dei suoi vicini, ma il protagonista indiscusso della scena internazionale. A cento anni dalla nascita della Repubblica, in un momento cruciale che tocca il destino di uno dei personaggi politici più controversi del nostro tempo, Marco Ansaldo ripercorre le vicende recenti di questa nuova potenza globale, in una marcia inesorabile che dal fascino di Istanbul, città poliedrica e prismatica, conduce alla scoperta di strategie ed equilibri che hanno trasformato Recep Tayyip Erdoğan in un odierno sultano.
Uomo fra i più influenti di questa epoca, leader scaltro e spregiudicato, «inventore di una diplomazia multipla che tratta con amici e nemici», agisce come mediatore nel conflitto fra Russia e Ucraina, gioca con destrezza i suoi assi nella partita del gas e del grano, raggiunge con l’Europa accordi sui migranti usando le frontiere come un rubinetto che apre e chiude a seconda delle convenienze. Eppure, nonostante la sua sfera di influenza geopolitica arrivi fino all’Africa e ai confini della Cina, oggi la Turchia è chiamata ad affrontare le conseguenze delle sue aspirazioni.
Di fronte all’emergenza umanitaria prodotta da uno dei terremoti più tremendi della storia, al progressivo indebolimento dell’economia, al dilagare del fanatismo islamico e alla folle ossessione di annientare i curdi, può continuare per la sua strada, reprimendo il dissenso e puntando alla conquista di mare e terra, oppure ampliare la sua visione del mondo e diventare una piena democrazia liberale. «Ne avrebbe tutte le possibilità, perché non esiste paese in grado di avere un’ambizione talmente forte e un’influenza così globale poggiando su un terreno tanto instabile. Come le faglie sismiche sotterranee che lo attraversano.»
Il terzo numero di Limes del 2023 è dedicato alla violenta crisi politica e sociale che ha investito lo Stato ebraico. Innescata dalla controversa riforma giudiziaria voluta dal governo di Binyamin Netanyahu per circoscrivere (tra l’altro) il potere della Corte suprema e votata dalla maggioranza alla Knesset (parlamento), la legge ha scatenato ampie proteste.
A queste hanno preso parte, in modo inedito, vasti settori del mondo istituzionale ed economico, oltre che degli apparati di Difesa (esercito, aviazione, intelligence). Sarebbe però riduttivo leggere gli eventi solo come mobilitazione democratica contro una legge censoria con cui il premier cerca di sottrarsi al giudizio della magistratura. L’iniziativa del governo più “a destra” della storia israeliana, entrato in carica pochi mesi fa, e la veemente opposizione che suscita si inscrivono infatti nella crisi ormai strutturale di un paese in perenne tensione tra natura ebraica (dunque etnico-confessionale) e democratica.
La dirimente figura di Netanyahu e l’estremismo delle forze ultraconservatrici del suo esecutivo sono al contempo causa ed effetto della “tribalizzazione” denunciata pubblicamente nel 2015 dall’ex presidente Reuven Rivlin. Esito, questo, delle profonde e irrisolte contraddizioni di uno Stato nato e sviluppatosi in condizioni d’emergenza, la cui natura composita ha finora impedito di formulare una costituzione.
Per questo il passo indietro del governo, con la concessione di un periodo di trattative sulla discussa legge, è da leggersi come tregua e non come atto risolutivo di una disputa esistenziale, più e oltre che giuridica.
Emi, 2022
Sempre più al centro dello scacchiere geopolitico, la Turchia è un gigante sconosciuto. Questo libro racconta dell'amore e del coraggio di una famiglia fiorentina che, di punto in bianco, decide di trasferirsi ai piedi del monte Ararat. Nascono qui, ai confini tra Iraq e Iran, Siria e Kurdistan dove la neve isola interi villaggi per mesi, le esperienze di dialogo e accoglienza in comunità cristiane dei siriani in fuga dalla guerra: esempio di come anche in circostanze estreme si possano lenire ferite e disinnescare conflitti. Il libro racconta di storie, religioni, culture e aiuta a capire meglio la straordinaria vitalità di un'area del Pianeta che conosciamo solo attraverso cronache dei conflitti.
Effatà Editrice, 2022
Nei lontani anni Ottanta un giovane Paolo Dall’Oglio si imbatte per caso in un antico monastero sperduto fra le montagne nel Qalamun siriano a circa 1500 metri di altitudine, a metà strada fra Damasco e Homs. Quel luogo e la spiritualità che ne emana diventano la missione del giovane gesuita che ha, oltre alla vocazione, l’idea di un punto di incontro fisico e simbolico fra Oriente e Occidente.
Nel corso di lunghi anni la visione teologica e spirituale di padre Paolo ha coinvolto un gran numero di persone, le ha colpite, cambiando il corso delle loro esistenze. Dal 1982 il monastero di Mar Musa al-Habashi, ovvero di San Mosè l’Abissino, è diventato un saldo punto di riferimento per il dialogo islamo-cristiano ed è passato attraverso numerose trasformazioni, sopravvivendo alla guerra, alla minaccia dell’Isis e al rapimento del suo fondatore avvenuto a Raqqa il 29 luglio 2013. Da allora, di lui non si hanno più notizie.
Questo libro ne racconta la storia attraverso la voce dei protagonisti. Ciascuna di queste testimonianze narra un viaggio nel cuore della fede, dell’accoglienza e dell’amore verso l’Islam. È un viaggio carico di umanità spesso difficile e sofferto ma sempre accompagnato da una profonda comunione spirituale all’interno della Comunità e guidato dalla fede.
È un viaggio iniziato per mano di padre Paolo, ma che non è finito con la sua scomparsa. Al contrario. In questi scritti la Comunità rinnova un voto di fede che trascende le vicende storiche per rimettere al centro il pensiero del suo fondatore. Oltre le testimonianze dei monaci, delle monache e dei laici che a vario titolo hanno fatto parte di questa storia, dodici lettere di padre Paolo accompagnano il racconto.
La nave di Teseo, 2022
Ahmed fa il tassista a Damasco, e per le strade della capitale siriana lotta a modo suo per guadagnare il necessario per mantenere la sua famiglia. Sul sedile del suo taxi giallo salgono i clienti più svariati: artisti poveri in canna, russi arroganti, ex prigionieri sopravvissuti alle torture, musicisti altezzosi, impiegati collerici, colleghi disperati rimasti senza benzina. Ahmed ascolta le loro storie, osserva i segni profondi che la guerra ha lasciato nelle loro anime. Prova a immaginare i loro drammi e i loro sogni, mentre attraversa la città tra speranze e miserie.
Dopo il successo di Il pianista di Yarmouk, Aeham Ahmad torna a raccontare la sua Siria attraverso le storie di chi non è potuto fuggire, o è voluto rimanere. Uno sguardo poetico sulle vite degli altri, così lontane eppure così simili alle nostre.
Francesco Brioschi Editore, 2022
Sin da quando era un bambino Mohammed Piccolo, chiamato così per distinguerlo dai due fratelli maggiori con i quali condivide il nome, ha ben chiara la strada che il padre, lo sceicco Mennan, ha in mente per lui: dedicare tutta la sua vita a tenere uniti i numerosi rami della famiglia ‘Abd al-Lat, a proteggerne i membri e a realizzare opere che ne avrebbero tenuto alto il nome. Ma quando arriva il momento Mohammed, che non si è mai sentito davvero all’altezza del compito, decide di onorare i desideri del padre in modo diverso, cioè scrivendo la storia del clan nel corso dell'ultimo secolo.
Ritorna con il pensiero alla Palestina della sua infanzia, negli anni Quaranta, quando la famiglia abbandona la vita nomade del deserto per stabilirsi in un paesino alle porte di Gerusalemme. Accettare la vita sedentaria è la prima delle numerose sfide che la famiglia è costretta ad affrontare nel corso degli anni, come la nascita dello stato d’Israele nel 1948, la disfatta araba nella Guerra dei sei giorni del 1967 e la fulminea Guerra del Kippur del 1973. Alcuni membri della famiglia lasceranno il paese, in cerca di un futuro migliore in Giordania, Kuwait o Brasile. Altri resteranno e tenteranno, ciascuno a modo proprio, di conciliare il retaggio beduino con l’avvento della modernità.
Alla voce di Mohammed, impiegato in un tribunale religioso, si intrecciano quelle del fratello, scaltro contrabbandiere, e della madre, fermamente convinta che la lavatrice sia abitata da spiriti maligni. Insieme ai ricordi emergeranno anche le storie delle donne della famiglia: le loro lotte, le loro sofferenze, la loro caparbietà.
Atmosphere libri, 2022
Il libro è una raccolta di racconti dove ogni storia offre uno spaccato del panorama emotivo e culturale di una comunità sotto il fuoco incrociato della politica e della tradizione. La storia che dà il titolo alla raccolta descrive il desiderio di libertà e romanticismo di una giovane ragazza mentre combatte contro le convenzioni familiari. Tema comune di questi racconti è il desiderio di auto-miglioramento e di educazione, unito alla frustrazione e al rimpianto per la mancanza di scelte. In quest'opera, Qarmut descrive con passione la vita quotidiana in una zona di guerra.
La nave di Teseo, 2022
Mina Simpson è una dottoressa di origine siriana che vive e lavora da molti anni negli Stati Uniti. Quando la sua amica Emma le chiede di raggiungerla con urgenza a Lesbo per collaborare con la sua ONG nell’emergenza rifugiati, decide di accettare. Una settimana lontana dai suoi impegni, da Chicago e dalla moglie, e l’occasione di fare qualcosa di buono per gli altri le paiono motivi sufficienti. Oltretutto da anni non è stata così vicina alla sua terra natale, ossia da quando ha deciso di non nascondere più la sua natura, e di andarsene per essere sé stessa, una donna nata in un corpo d’uomo. La sua famiglia l’ha rinnegata e con loro ha perso ogni contatto, tranne che con Mazen, l’adorato fratello con cui è cresciuta e il viaggio a Lesbo diventa un’occasione per ritrovarsi. Tra i profughi che Mina incontra sull’isola c’è anche Sumaiya, una madre di famiglia, forte e decisa, ma anche molto malata, che non vuole rivelare la sua condizione per proteggere i propri cari. Tra lei e la dottoressa nasce un legame particolare che porta Mina a dover fare i conti con la realtà della tragedia dei rifugiati, obbligati ad abbandonare la loro terra, proprio com’era successo a lei. Rabih Alameddine racconta una delle grandi questioni irrisolte del nostro tempo con uno sguardo acuto e ironico, dando vita a una serie di personaggi sfaccettati, tragici e divertenti, e a una protagonista, Mina Simpson, assolutamente indimenticabile.
Edizioni Mesogea, 2022
A metà tra diario di viaggio e saggio storico artistico, L’ammaestratore di Istanbul ripercorre le orme della vita di Osman Hamdi Bey, illuminato archeologo e fondatore di musei, pittore orientalista e uomo politico innovatore della fine dell’Impero ottomano, del tutto sconosciuto in Europa e in Occidente. La ricerca intorno a questo eccentrico personaggio si snoda tra città e periferia, musei trascurati e bar affollati, luoghi in cui si sovrappongono le vite di chi li ha abitati e quelle di chi li abita, ma anche la storia personale degli autori.
Carocci editore, 2022
Il volume fa luce sulle origini più profonde di una disputa iniziata molto prima del 1947, l’anno della partizione della Palestina da parte dell’ONU. Il ruolo delle religioni, lo sviluppo e la cristallizzazione delle identità, il possesso della terra, le strategie delle grandi potenze e quelle dei paesi arabi, l’antisemitismo e le discriminazioni, le prospettive dal basso degli abitanti che da oltre un secolo si contendono pochi chilometri quadrati: ognuno di questi tasselli è parte di un mosaico in cui spiccano le cicatrici della storia e vengono meno le verità assolute proprie di larga parte delle narrazioni correnti. Avere il controllo di questi luoghi millenari significa interpretarne il passato. È un aspetto che è rimasto costante nel corso dei secoli. Solo gli interpreti sono cambiati.
Feltrinelli, 2021
Finora inedita in Italia, il libro è l’opera che ha fatto conoscere il
genio letterario di Amos Oz. Le terre dello sciacallo è la prima grande
opera di Oz, una raccolta di racconti dall’ampio respiro che ha segnato
l’affermazione dello scrittore. Nove storie sono ambientate in un kibbutz; l’ultima,
invece, è una specie di parabola ambientata in tempi biblici. In questo libro
l’Israele di oggi ancora non esiste, ci sono solo piccoli agglomerati di
abitazioni e di campi coltivati che, dopo il tramonto, precipitano nel buio e
nel silenzio, circondati dall’ignoto. Lì vivono uomini, donne e bambini
impegnati in un ambizioso progetto utopico, spinti dal desiderio di fondare una
patria ma anche dall’aspirazione a una vita diversa, a nuovi rapporti tra le
persone, a una speranza di rigenerazione. Pionieri, sabra, intellettuali
europei e rifugiati che hanno un sogno, che hanno combattuto guerre, dato forma
a un’ideologia politica per forgiare una nazione. Ma la realtà non è dolce come
il sogno. Sono storie conturbanti, sensuali, poetiche e spietate. E lo
sciacallo, che insegue il lettore pagina dopo pagina, ulula nella notte fuori
dai cancelli.
Einaudi, 2021
Quando a Rachele Luzzatto viene
proposto di interpretare Maria nella recita di Natale, il padre si oppone: la
sua unica figlia, che oltretutto si sta preparando per il Bat Mitzvah, non può
certo vestire i panni della «madre di Dio». È l'inizio del «romanzo italiano»
di Abraham B. Yehoshua, che ha scelto di ambientare nel nostro paese una delle
sue storie più imprevedibili e profonde. Ne La figlia unica il
brio della gioventù incontra la saggezza della maturità: le domande spiazzanti
di una ragazzina divisa tra due mondi diventano gli universali interrogativi
dell'essere umano di fronte al mistero.
Einaudi, 2021
Quando a Rachele Luzzatto viene
proposto di interpretare Maria nella recita di Natale, il padre si oppone: la
sua unica figlia, che oltretutto si sta preparando per il Bat Mitzvah, non può
certo vestire i panni della «madre di Dio». È l'inizio del «romanzo italiano»
di Abraham B. Yehoshua, che ha scelto di ambientare nel nostro paese una delle
sue storie più imprevedibili e profonde. Ne La figlia unica il
brio della gioventù incontra la saggezza della maturità: le domande spiazzanti
di una ragazzina divisa tra due mondi diventano gli universali interrogativi
dell'essere umano di fronte al mistero.
Edizioni e/o, 2021
All’inizio del 2011 la «primavera
araba» esplode in molti paesi del Nord Africa e del Medio Oriente. In Siria la
repressione è particolarmente violenta. Il regime in carica, presieduto da
Bashar al-Assad, non vuole saperne di aprirsi alle richieste di democrazia,
giustizia e libertà dei giovani partecipanti alle manifestazioni organizzate a
Damasco, Homs, Aleppo e nel resto del paese. Fin da subito fioccano gli
arresti, le torture, le uccisioni. Joséphine, Youssef, Khalil, Rashid e altri,
un gruppo di giovani impegnati che portano avanti un messaggio di pace e
democrazia, vengono perseguitati. Personalmente, Youssef è innamorato a
distanza, Rashid studia per diventare medico, Joséphine sogna di diventare
avvocatessa dei diritti umani: le loro storie private si intrecciano con il
corso di una rivoluzione che ben presto degenera in guerra civile. La polizia
di Assad ha potere di vita e di morte sulla gente, il suo esercito bombarda le
zone ribelli facendo strage di civili, e la situazione si complica quando gli
integralisti islamici prendono il controllo della rivolta. Stretti tra due forze
estremiste e ben armate, per i nostri giovani idealisti non c’è più speranza.
Crollato il sogno della democrazia e del pacifismo, i pochi che non sono stati
arrestati o uccisi saranno costretti alla fuga e all’esilio.
La nave di Teseo, 2021
Questa storia inizia durante l’estate del
1949, un anno dopo la guerra che i palestinesi chiamano Nakba, la catastrofe –
che ebbe come conseguenza l’esodo e all’espulsione di oltre 700.000 persone – e
che gli israeliani celebrano come la Guerra d’indipendenza. Alcuni soldati
israeliani attaccano un gruppo di beduini nel deserto del Negev, uccidendo
tutti tranne un’adolescente. La ragazza viene catturata, stuprata, uccisa e
sepolta nella sabbia. Molti anni dopo, ai giorni nostri, una donna di Ramallah
prova a decifrare alcuni dettagli che aleggiano attorno a quell’omicidio. È
colpita da quel delitto a tal punto da trasformarlo in un’ossessione, non solo
a causa dell’efferatezza del crimine, ma perché è stato commesso esattamente
venticinque anni prima il giorno in cui è nata.
Adania Shibli sviluppa magistralmente due
narrazioni che si sovrappongono e, in trasparenza, evocano un presente che non
può prescindere da ciò che è stato. Con una prosa tagliente e inquietante, Un dettaglio minore va al
cuore di un’esistenza segnata dall’annullamento e dalla privazione di sé, com’è
la vita nella Palestina occupata, rivelandoci quanto sia ancora difficile
riunire i frammenti di una narrazione rimasta troppo a lungo nascosta nelle
pieghe della storia.
Marcos y Marcos, 2021
In Iraq sognava dignità
e pace; la violenza del regime lo respinge lontano. Nei momenti più difficili i
piedi lo portano nel bosco. Camminando sulle pietre, ritrova il ritmo lento
della sua terra. Gli alberi che lo accolgono sulle Alpi svizzere non sono le
palme da datteri o i melograni fiabeschi di sua nonna, eppure parlano la sua
lingua. Parlano l’arabo della poesia, della calligrafia, non quello della
violenza e della menzogna. Quando il fratello Ali, che ha scelto di restare a
Bagdad, scompare, il tronco generoso di un abete rosso lo sostiene nel suo sgomento.
E se c’è un albero per l’incertezza, e per la morte, c’è anche un albero per la
pazienza, per la speranza, un albero per il sogno. Le telefonate in Iraq,
l’ansia per il fratello, il caos rovinoso in cui il suo paese sprofonda anche
dopo la caduta di Saddam lo triturano come un mortaio gigante. Gli alberi gli
insegnano a piegarsi e muoversi nel vento, ad ascoltare se stesso; a ritrarre
il dito dalla polvere del passato e pensare a un nuovo inizio.
Edizioni Terra Santa, 2021
La memoria del passato illumina
il presente: così è stato in occasione dell’ottavo centenario dell’incontro tra
Francesco d’Assisi e il sultano al-Malik al-Kāmil, celebratosi nel 2019. Tale
ricordo ha suscitato non soltanto convegni e pubblicazioni accademiche, ma ha
ispirato papa Francesco nella sua opera di promozione del dialogo e della
riconciliazione tra le religioni. In particolare, a quell’incontro si ispira il
Documento di Abū Dhabī (Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale
e la convivenza comune), sottoscritto nello stesso anno da papa Francesco e dal
grande imām di al-Ahzar Ahmad al-Tayyeb.
Alla ricostruzione di
quello storico incontro, tuttavia, mancava fino ad oggi un vero approfondimento
sulla personalità di al-Malik al-Kāmil. L’Autore, sulla base di fonti arabe,
cristiane e musulmane, contemporanee agli eventi narrati, colma questa lacuna,
restituendoci per la prima volta un profilo accurato e minuzioso dell’uomo che
accolse il Poverello di Assisi con apertura di mente e di cuore.
Oriente Occidente
Mario Liverani
Laterza, 2021
Tra Oriente e Occidente sembra che sia sempre esistito un vero e proprio scontro di civiltà. Nel nostro immaginario, le guerre persiane per secoli hanno simboleggiato proprio questo: la lotta perenne tra il dispotismo orientale e la libertà dell’Occidente. Basti pensare ai 300 delle Termopili che resistono eroicamente all’invasione delle sterminate masse del Gran Re. Al contrario, per lunghi millenni a partire dalle antichissime civiltà mesopotamiche, il nostro Occidente (europeo) è stato una sorta di appendice al grande complesso orientale (asiatico). Ancora al tempo delle guerre persiane il grande impero vedeva la Grecia come un problema marginale. Furono proprio quei conflitti a trasformare i pesi sulla bilancia: il loro esito diede alla Grecia la forza non solo di resistere, ma anzi di reagire e infine prevalere. Viste le enormi differenze di potenza militare, di bacino demografico, di tradizione dominatrice, tra il grande impero e la piccola Grecia, è stato ovvio per il mondo occidentale costruire la propria immagine come qualitativamente superiore, facendo emergere i valori della democrazia contro il dispotismo orientale, delle libertà contro l'asservimento generalizzato, delle individualità contro la sottomissione etnica.
Storia del Medio Oriente in 100 mappe
Dall’antichità alle primavere arabe
Florian Louis
LEG edizioni, 2021
Un incrocio cosmopolita dal destino singolare: dai Sumeri a Daesh, qual è la storia di quello che tutti definiamo Medio Oriente? Nell’antichità, il Medio Oriente ha conosciuto molteplici rivoluzioni culturali: la nascita dell’agricoltura, della città, della scrittura... Terra di imperi e di conquistatori: dall’Egitto dei faraoni alla Persia, dall’arabizzazione all’islamizzazione, passando per le Crociate nel Medioevo. L’Impero ottomano prima e le potenze occidentali, poi dominano per lungo tempo questo territorio, lasciando un segno indelebile della loro presenza fino al momento delle indipendenze nazionali. Tra la seconda metà del XX secolo e i primi anni del XXI inizia l’età delle rivoluzioni e della ricomposizione territoriale. Con l’ausilio di più di cento mappe, curate da Fabrice Le Goff, questo atlante ripercorre la storia di uno dei tanti luoghi simbolo e culla della nostra civiltà, e ben descrive il pluralismo che da sempre caratterizza il Medio Oriente.
L’ombra di Dio
Selīm il sultano, il suo Impero ottomano e la creazione del mondo moderno
Alan Mikhail
Einaudi, 2021
All’epoca del sultano Selīm l’Impero ottomano fu un fulgido protagonista della scena mondiale. Questo libro getta una luce nuova su eventi epocali come i viaggi di Colombo, la Riforma protestante, la tratta degli schiavi e la conquista ottomana del Medio Oriente.
Dell’umana fratellanza e altri dubbi
Adnane Mokrani, Brunetto Salvarani
Edizioni Terra Santa, 2021
Il «Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune» – firmato nel 2019 ad Abu Dhabi da papa Francesco e lo Shaykh di Al-Azhar Ahmad al-Tayyeb – resta un evento storico di portata mondiale. In quella occasione i due protagonisti discussero, fra l’altro, del progetto della Casa della famiglia di Abramo (Abrahamic Family House), edificio destinato ad accogliere una moschea, una chiesa e una sinagoga a una ventina di minuti dall’aeroporto di Abu Dhabi, in funzione del dialogo fra le tre fedi.
Nonostante i proclami, non ci si può nascondere che per gli uomini e le donne del nostro tempo è diventato sempre più difficile riconoscersi come un’unica grande famiglia umana.
In questo confronto a due voci, i due studiosi Adnane Mokrani e Brunetto Salvarani riflettono senza infingimenti, anche di fronte alle tensioni internazionali e ai conflitti in cui l’elemento etnico-religioso sembra essere tornato prepotentemente alla ribalta.
Nessun documento può cambiare il mondo. La lettera non ci cambia, invece la parola che diventa vita ed etica trasforma e dà speranza per il cambiamento. Questo vale anche per il «Documento sulla fratellanza umana» e per l’enciclica «Fratelli tutti». Non è una dichiarazione scritta che cambia le cose, siamo noi che cambiamo la realtà, quando applichiamo i valori di quei testi nelle nostre vite. La vera domanda è: fino a che punto siamo seri nell’adottare quelle parole?
Mai più Masada cadrà
Storia e mito della fortezza di Erode
Samuele Rocca
Salerno editrice, 2021
L’assedio di Masada è un piccolo episodio nella grande storia del
popolo ebraico, ma ne diventa il simbolo. Nazionalismo e archeologia si
intrecciano all’ombra della fortezza di Erode. Sulla sommità di un vertiginoso altopiano situato nel cuore del
deserto di Giuda, una fortezza si affaccia a strapiombo sul Mar Morto: è
Masada. Qui un gruppo di ebrei, sotto la guida del leader carismatico Eleazar
ben Yair, si asserragliò dopo la distruzione del Tempio per continuare la
resistenza a oltranza contro i Romani. L’assedio si concluse con il suicidio
dei difensori, che preferirono togliersi la vita come uomini liberi piuttosto
che divenire schiavi dei romani; cosí nacque il mito di Masada, che da allora è
indissolubilmente legato all’identità ebraica.
Questo libro, ripercorrendo la storia del palazzo di Erode,
racconta la nascita di uno dei miti fondativi del movimento sionista, un mito
al quale il poeta Yitzhak Lamdan dedicò il celebre verso col quale prestano giuramento
i soldati israeliani: «Mai piú Masada cadrà!».
L’esaltazione della vicenda riportata da Giuseppe Flavio culminò
con gli scavi che rivelarono le vestigia della cittadella. Ancora oggi, Masada,
dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2001 e meta del turismo di
massa, mantiene intatto tutto il suo fascino.
Tre volte a Gerusalemme
Fernando Gentilini
La nave di Teseo, 2020
Gerusalemme
emerge da queste pagine come un luogo di una bellezza quasi scandalosa,
spietata e contraddittoria, dove israeliani, palestinesi, ebrei ortodossi,
monaci cristiani, soldati, donne e uomini provenienti da ogni parte del mondo,
uniti idealmente da un rapporto speciale con la città, vi convivono fianco a
fianco senza mai integrarsi davvero gli uni con gli altri. Fernando Gentilini
sceglie di raccontare i suoi anni a Gerusalemme facendo parlare tre voci:
quella dei luoghi, quella della politica mediorientale e quella dei libri degli
altri. Il risultato è un diario atipico, dove le tante identità diverse
sembrano sfumare e mescolarsi tra loro, in un andirivieni tra passato e
presente, tra realtà e finzione letteraria, tra grandi speranze e indicibili
sofferenze.
Israele. Prosperità senza pace
Claudia De Martino
Castelvecchi, 2020
Mentre il mondo è impegnato nella lotta al
Covid-19, la sbandierata annessione israeliana di parte della Cisgiordania
potrebbe comportare la fine del conflitto israelo-palestinese dopo oltre
settant’anni. Grazie al consenso dell’Amministrazione Trump, allo Stato ebraico
si offre un’opportunità storica di proclamare una vittoria netta e
irreversibile, rendendo impossibile la creazione di uno Stato palestinese nei
Territori Occupati. Tale annessione sarebbe contraria al diritto internazionale
e ostacolerebbe la cooperazione regionale di Israele con gli Stati arabi, ma
non comporterebbe sanzioni per lo Stato ebraico né provocherebbe una Terza
Intifada di proporzioni tali da rovesciare gli attuali rapporti di forza.
Claudia De Martino analizza il quadro mediorientale dal punto di vista dei due
schieramenti, ricordando le tappe che hanno portato alla situazione odierna e
studiando gli scenari che possono ora delinearsi.
La croce e la kefiah
Storia degli arabi
cristiani in Palestina
Paola P
izzo
Salerno editrice, 2020
Arabi, cristiani e palestinesi. Molte identità in una storia ricca
e complessa, minacciata da opposti nazionalismi e risorgenti estremismi.
La croce e la kefiah: due simboli che sembrano in contraddizione
l’uno con l’altro, eppure la storia dimostra il legame ancora vivo tra una
terra, la Palestina, e una fede, quella dei cristiani, da sempre a contatto. Ma
dopo le rivolte della Primavera araba tutto è cambiato in Medio Oriente.
Specialmente per i cristiani. Assistiamo oggi all’erosione di comunità
antichissime che rischiano di scomparire. Sono comunità cosí importanti per
l’identità dei loro paesi che definirle «minoranze» appare riduttivo se non
addirittura offensivo. Ma qual è la loro storia? Quale futuro attende i
cristiani arabi in Palestina? Il multiconfessionalismo tradizionale del Medio
Oriente è uno dei bersagli dei conflitti in corso.
Questo libro vuole rendere
giustizia a una storia antica e attuale, con la preoccupazione che, se cade la
convivenza multireligiosa in Palestina, potrà estinguersi in tutto il Medio
Oriente. Se questo avvenisse, sarebbe una sconfitta per tutti, musulmani,
cristiani ed ebrei insieme.
Imperi islamici
Quindici città che riflettono una civiltà
Justin Marozz
i
Einaudi, 2020
Dalla
Mecca a Damasco, da Baghdad a Córdoba, da Gerusalemme al Cairo, da Samarcanda a
Costantinopoli e Beirut... la storia della ricca e multiforme civiltà islamica
raccontata attraverso le sue piú fulgide città; una storia lunga quindici
secoli, dagli inizi nel VII secolo fino all'incredibile ascesa di Doha nel XXI
secolo.
Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea.
Suad Amiry
Feltrinelli, 2020
Palestina, 1947. Giaffa è una città viva di mercati, caffè, strade affollate, aperta sul mare pescoso e chiusa da distese immense di aranceti profumati. Subhi è un ragazzo che sogna di diventare il miglior meccanico della città. In effetti è un talento e quando riesce a riparare una pompa d’irrigazione, il ricco uomo d’affari che lo ha messo alla prova gli fa confezionare, in segno di riconoscenza, un abito inglese in lana di Manchester. Subhi è al settimo cielo e con quell’abito acquista una nuova consapevolezza di sé e della città in cui si muove, ma soprattutto immagina di indossarlo, malgrado il caldo, per fare colpo sulla ragazza dei suoi sogni, la giovanissima e bellissima Shams…
La tua bellezza.
Sahar Mustafah
FeMarcos y Marcos, 2020
Un uomo armato entra in un liceo femminile islamico e stermina ragazze innocenti. È americano, è bianco; il fucile automatico l’ha comprato online. Afaf è la preside del liceo, una palestinese a Chicago, sradicata dalla sua terra. Dallo stanzino dove si era ritirata a pregare, sente gli spari e si prepara all’impensabile. Nel tempo vorticoso dell’attesa, risente le note struggenti dell’oud che il padre suonava la sera, i profumi prelibati della cucina di sua madre; rivive lo strappo di una sorella scappata di casa, l’amore per il fratellino Majid. Mentre Afaf lottava per affermare la propria identità islamica in un ambiente ostile, l’assassino americano, in una casa senza ricordi e senza radici, succhiava il rancore cieco che lo bombardava da ogni schermo. Maturava la sua condanna senza appello. Afaf sente i passi dell’assassino, sempre più vicini, e non fugge, lo aspetta. Vuole guardarlo in faccia. Vuole capire perché.
Il mare nel deserto.
Quelli che furono «rapiti» in Siria
Salvatore D’Antona
Città Nuova, 2020
Ambientato in Siria dove sette anni fa è stato rapito padre Paolo Dall’Oglio e di cui non si hanno più notizie. Il libro narra la storia di un suo confratello, padre Jacques Mourad, rapito anche lui nel 2015 e liberato dopo più di quattro mesi di prigionia.
La Siria promessa.
Hala Kodmani
Francesco Brioschi Editore, 2020
Dopo essere stato obbligato a lasciare la Siria in seguito alle sue critiche al regime, il diplomatico Nazem ha trovato in Parigi una nuova casa. Nel tempo ha imparato ad apprezzarne i viali alberati, i colori, le boulangerie e le molte opportunità. Mentre della Siria critica la deriva autoritaria degli Assad e rimpiange il periodo glorioso delle lotte per l’indipendenza, la rinascita araba e la fine dei colonialismi. Un giorno, poco dopo la scomparsa di Nazem, ad Hala viene riproposto per caso l’indirizzo di posta del padre. E se gli scrivesse? E se fosse davvero possibile ristabilire un dialogo? È proprio grazie a questo scambio immaginario di messaggi che Hala comincia a dare un senso alla patria acquisita, la Francia che ha dato loro sicurezza e opportunità, e alla Siria, dalla quale sono rimasti profondamente delusi, ma per cui non hanno mai smesso di sentire una profonda nostalgia.
Un romanzo epistolare, uno scambio di lettere tra una figlia e il padre scomparso, che ripercorre le tappe della storia recente della Siria, dalla lotta per l’indipendenza, alla dittatura degli Asad e all’esilio dei protagonisti. Hala Kodmani è una giornalista e scrittrice franco-siriana che scrive per Libération.
Con Martini a Gerusalemme.
Marco Garzonio
Edizioni Terra Santa, 2020
Per chi vuole scoprire il mistero della Terra Santa nelle parole di un grande esegeta, una guida d’eccezione, un padre e un maestro che sentiva di appartenere a questa terra in spirito di fraternità e di dialogo.
La verità nell’amore.
Omelie e scritti pastorali di mons. Luigi Padovese (2004-2010)
Luigi Padovese
Edizioni Terra Santa, 2020
Le omelie e gli scritti del vescovo ucciso in Turchia il 3 giugno 2010
Purgatorio arabo.
Il tradimento delle rivoluzioni in Medio Oriente
Marcella Emiliani
Edizioni Terra Santa, 2020
Nella primavera del 2011 il mondo arabo è stato investito da una serie di proteste radicali che chiedevano un reale cambiamento dei regimi politici al governo. Dopo decenni di dittature militari, di corruzione generalizzata, malversazioni, inefficienza amministrativa e sperpero delle risorse nazionali, per un breve spazio di tempo è sembrato che finalmente la democrazia stesse per affermarsi anche in Medio Oriente. Il sogno si è infranto quasi subito nella tragedia: la sanguinosissima guerra civile in Siria, i conflitti tribali e petroliferi in Libia che hanno smembrato quella parvenza di Stato che era la Jamahiriyya di Gheddafi, le guerre religiose che nella penisola arabica hanno ridotto alla fame lo Yemen. Tunisia a parte, ovunque la richiesta di democrazia è stata disattesa, ovunque i problemi economici e demografici sono rimasti irrisolti, ovunque si è preferito utilizzare la forza per affrontare le tensioni tra Stato e società civile.
Ripercorrere la storia di questa stagione è fondamentale per comprenderne fino in fondo le ragioni, per analizzare le responsabilità e per prevedere le conseguenze che essa avrà anche sulla nostra parte di mondo. Una lettura indispensabile per chiunque voglia approfondire le contraddizioni e i conflitti del nostro tempo, soprattutto in un paese come l’Italia che dal legame con il mondo arabo viene direttamente coinvolto.
Le Bugatti di Marsiglia.
Henri Verneuil
Edizioni Terra Santa, 2020
In fuga dal genocidio del loro popolo, arrivano a Marsiglia dopo un avventuroso viaggio in mare cinque fragili sagome: un padre, una madre, il figlioletto di soli quattro anni, Achod, e le sue due zie. Per bagaglio, un piccolo fagotto e, come unico patrimonio, otto bottoni rivestiti di stoffa cuciti sul vestito della mamma: otto monete d’oro. Tre donne e un uomo indigenti, che non parlano francese, e che hanno un solo scopo: vivere e prosperare per amore del piccolo Achod. Al capezzale della morente Mayrig, «mammina» in armeno, questo figlio scampato all’orrore – ormai adulto e professionista affermato – torna alla sua vita di bimbo e di adolescente, rievocando i sentimenti e le emozioni, le fatiche e le speranze di un piccolo apolide che ha combattuto per crescere e affermare la propria identità in un Paese straniero. Un racconto intimo e poetico, ricco di squarci e di aneddoti che lasciano spazio al sorriso, all’umorismo e alla speranza. Uno struggente inno alla lotta per la sopravvivenza e agli affetti familiari. Un’acuta riflessione sul valore delle proprie radici.
Il Dio inerme.
Storia di don Andrea Santoro
Francesco Castelli
San Paolo edizioni, 2020
Il 5 febbraio 2006 don Andrea Santoro era raccolto in preghiera nella sua chiesa a Trabzon, in Turchia, quando un uomo, alle spalle, gli puntò una pistola sparandogli due colpi. Come era finito in quel luogo uno stimato parroco romano? Cosa aveva spinto un sacerdote preparato e amato dalla sua gente a trasferirsi in Anatolia per svolgere un ministero di frontiera? Quale messaggio voleva dare o cosa intendeva costruire? A tutte queste e ad altre domande risponde il presente volume, che racconta la storia di don Andrea avvalendosi per la prima volta del carteggio personale, delle fonti pastorali, del diario privato, della preziosa testimonianza dei familiari e di coloro che gli sono stati vicino. Per tanti aspetti, come ben evidenzia l'autore, quella di don Andrea è la storia di un uomo e di un sacerdote alle prese con una personalità ricca, ma a tratti insoddisfatta, che dopo un lungo itinerario, geografico e interiore, incontra il Dio inerme, quel Dio che, come Gesù a Nazareth, vive accanto a ciascuno degli uomini prima di svelare la sua presenza. Di questo Dio don Andrea ha voluto essere testimone fino al dono della sua vita.
La biblioteca orientale.
Illuminismo e islam
Alexander Bevilacqua
Hoepli, 2019
Tra Sei e Settecento, una comunità pionieristica di studiosi europei realizzò la prima traduzione accurata del Corano in una lingua europea, ricostruì l'evoluzione delle arti e delle scienze islamiche e scrisse la storia dei popoli musulmani attingendo a fonti arabe: nasceva così la visione contemporanea della civiltà islamica in Occidente. Alexander Bevilacqua racconta una complessa storia intellettuale ricostruendo – da documenti in arabo, inglese, francese, tedesco, italiano e latino – i viaggi e i percorsi di studio che eruditi cattolici e protestanti intrapresero per procurarsi manoscritti arabi e comprenderli. Ne risultò un patrimonio di conoscenze che aveva un grosso debito nei confronti delle tradizioni musulmane, soprattutto ottomane: traduzioni, antologie e opere storiche delle quali pensatori come Voltaire e Edward Gibbon assorbirono non solo i contenuti ma anche le interpretazioni, incorporandoli nel pensiero illuministico.
Questo libro mostra come la curiosità dell'Occidente nei confronti dell'Islam e delle sue tradizioni religiose e intellettuali non fu figlia di un interesse laico, bensì dell'impegno di una comunità di dotti cristiani che seppe esprimere una visione nuova dell'Islam lasciandola in eredità all'Occidente.
Storia dell’ebraismo
Martin Goodman
Einaudi, 2019
L’ebraismo ha mantenuto invariata la sua fortissima identità nonostante le innumerevoli forme e credenze che hanno costellato il suo corso millenario. Il libro di Martin Goodman offre la prima storia complessiva della sua nascita, della sua evoluzione e delle sue diverse correnti e tradizioni. Dalle origini della religione ebraica nel mondo politeistico del secondo e primo millennio al culto del tempio d'epoca cristiana, Storia dell'ebraismo racconta le vicende di rabbini, mistici e messia medievali e agli albori dell'età moderna, descrive le varietà religiose contemporanee dall'Europa alle Americhe, dall’Africa all’India e alla Cina, così come le istituzioni e le idee sulle quali si fonda ogni forma di ebraismo. Intrecciando i diversi fili del dibattito filosofico e dottrinario che attraversa tutta la sua storia, questo libro, autorevole e coinvolgente insieme, restituisce la cronaca di una tradizione fondamentale per l’eredità spirituale umana.
L’asino del Messia
Wlodek Goldkorn
Feltrinelli, 2019
«Guarda, questi sono i luoghi di re David, dei profeti». Nel 1968 Wlodek Goldkorn è un ragazzo gettato dal cuore dell’Europa alle strade di Gerusalemme. Con la sua famiglia è costretto a lasciare Varsavia, da apolide, da «non cittadino», e va in Israele, per trovare una terra in cui poter essere libero. Da un luogo perduto a un luogo da conquistare. «Osservavo mio padre, con le mani saldamente aggrappate alle assi del camioncino. Era di fronte a me. Lo sguardo rivolto fuori, i miei occhi pieni della curiosità di imparare a memoria il nuovo paesaggio della patria». Goldkorn prova interesse per la sua nuova terra, ma anche attrazione per tutto ciò che è arabo. Con un formidabile esercizio della memoria, lo stesso protagonista del Bambino nella neve racconta Israele e Gerusalemme: non solo la città reale, ma anche le altre Gerusalemme, immaginarie e sognate. Riflette sui simboli e sulle identità, su quella sovrapposizione dei ricordi e dei luoghi che ha qualcosa di morboso e artificiale. Parla dello scarto fra l’ideale sionista di creare un ebreo nuovo, pioniere e agricoltore, e la realtà che ha riprodotto il vecchio mondo, popolato dai fantasmi della Shoah. Ma si dichiara innamorato della lingua ebraica e della grande letteratura israeliana, quella di Amos Oz e di Lea Goldberg.
La chiave del suo racconto è la nostalgia del futuro, che mette in moto il bisogno di ricostruire un passato denso di dolore e di violenza, ma anche il desiderio di conoscere e amare che appartiene a ogni adolescente impegnato nella fatica di diventare uomo.
«Sono un devoto, di più, un fanatico della memoria degli sconfitti e rivendico con tutte le mie forze la dignità della disfatta».
Dal cuore dell’Europa a Gerusalemme alla ricerca di una patria.
Un viaggio fra le contraddizioni e i tradimenti dell’identità.
I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo.
Elif Shafak
Rizzoli, 2019
La chiamavano Leila Tequila a casa e al lavoro, nell’edificio color palissandro sulla viuzza cieca che acciottolava giù verso il porto, annidata fra una chiesa e una sinagoga, negozi di lampadari e kebabberie: il vicolo che ospitava i più antichi bordelli autorizzati di Istanbul.Dieci minuti e trentotto secondi dopo che il cuore di Leila smette di battere la sua mente è in piena coscienza e quello che accade è sorprendente: scene cruciali della sua esistenza rivivono attraverso il ricordo dei sapori più intensi che abbia mai provato. Lo stufato della capra che suo padre aveva sacrificato per celebrare la tanto attesa nascita di un figlio maschio; la miscela di zucchero e limone che sobbolliva sul fornello, usata dalle donne per la ceretta mentre gli uomini andavano a pregare nella moschea; il caffè scuro e forte al cardamomo, per sempre legato alla via dei bordelli… Leila sta morendo, ma la sua anima lavora, implorando di essere salvata mentre abbandona il corpo. Ma cosa è successo a Leila, la prostituta, trovata cadavere di fronte a un campo di calcio umido e buio, dentro un bidone dell’immondizia con i manici arrugginiti? Elif Shafak ritorna con un romanzo duro e luminoso, dettato da una necessità ineludibile, un romanzo che ospita la realtà tutta. Ed erige davanti ai nostri occhi una città lacerata e nervosa, affamata di libertà, una città femmina che salva e condanna.
Qatar Papers.
Il libro nero dell’islam
Christian Chesnot, Georges Malbrunot
Rizzoli, 2019
Uno dei cinque pilastri dell’Islam è la carità, l’obbligo per il fedele di «purificare» le proprie ricchezze destinandone una quota alle categorie più svantaggiate della società. Qatar Charity, organizzazione non governativa fondata a Doha nel 1992, nasce con lo scopo di assistere e migliorare le condizioni di vita dei soggetti più bisognosi, un compito che assolve non solo nei ristretti confini dell’Emirato ma anche tra le comunità islamiche di altre nazioni, destinando fondi per la costruzione di moschee, scuole, centri culturali e altri beni immobili. In un’indagine esclusiva che dall’Europa arriva all’Italia, due esperti di geopolitica mediorientale hanno seguito le ramificazioni finanziarie di Qatar Charity nel nostro continente, analizzando un’imponente mole di documenti riservati, comunicazioni interne, ricevute di versamenti. L’immagine che emerge è quella di un supporto capillare, benché molto discreto, ai movimenti islamisti europei, in particolare alle associazioni che fanno capo ai Fratelli musulmani. E tra i principali finanziatori della Ong figurano persone molto vicine allo stesso emiro. Questo rapporto getta un’ombra grigia sui rapporti tra il Qatar e i Paesi europei, in un momento in cui l’Emirato, ai ferri corti con gli altri Stati arabi e accusato di fomentare il terrorismo internazionale, cerca di rilanciare la propria influenza effettuando cospicui investimenti nel vecchio continente (a cominciare dall’Italia), dall’industria al settore immobiliare fino al mondo dello sport. Ma come può l’Europa resistere al soft power dello Stato arabo, quando la sua ingerenza economica e politica ha raggiunto un livello senza precedenti?
Uscire dal caos.
Le crisi nel Mediterraneo e nel Medio Oriente
Gilles Kepel
Raffaello Cortina Editore, 2019
L’orrore del “califfato” dell’Isis nel Levante tra 2014 e 2017 e il terrorismo su scala planetaria sono stati una paradossale conseguenza delle “primavere arabe” del 2011, che pure erano state celebrate in quanto “rivoluzione 2.0”. Come ha fatto a instaurarsi il caos e sarà possibile uscirne in seguito all’eliminazione militare dello “Stato islamico”? Questo libro inquadra gli eventi nel loro contesto, a partire dalla “guerra del Kippur” del 1973, a cui seguirono l’esplosione dei prezzi del petrolio e la proliferazione del jihad. Viene poi proposto il racconto completo delle sei principali sollevazioni arabe, dalla Tunisia alla Siria. Si descrivono infine le linee di frattura nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, chiarendo quali scelte attendano i capi di Stato, così come i popoli di quelle regioni, ma anche i cittadini d’Europa. Uscire dal caos è il frutto di quattro decenni di ricerche sul mondo arabo e musulmano e di esperienza sul campo da parte di Kepel.
Scomparso.
Ahmed Masoud
Lebeg editrice, 2019
Ambientato a Gaza dagli anni Ottanta ai nostri giorni, il romanzo di Ahmed Masoud racconta l’affannosa ricerca da parte di Omar Ouda del padre Mustafa, scomparso una notte dalla casa di famiglia. Cosa è successo? È stato rapito dalle forze di occupazione israeliane o è una vittima delle lotte intestine tra gruppi palestinesi rivali? Oppure partito improvvisamente per motivi familiari? Con la sua ricerca, in cui è sostenuto dal fedele amico Ahmed, Omar attira però l’attenzione delle forze militari israeliane che lo costringono a scegliere tra la sua famiglia e la comunità, e a prendere decisioni che nessun ragazzino dovrebbe mai trovarsi a considerare.
Ahmed Masoud, nato e cresciuto nella Striscia di Gaza, si è trasferito poi in Gran Bretagna dove ha ottenuto un dottorato in letteratura inglese. Scrive testi per la radio e il teatro, ha fondato una compagnia di teatro e danza; “Scomparso” è il suo primo romanzo.
Una piccola morte.
Mohamed Hasan Alwan
Edizioni e/o, 2019
Tradotto in più di dieci paesi, Una piccola morte, biografia romanzata di uno dei padri del sufismo (la corrente mistica dell’Islam), è un romanzo storico, d’avventura, di viaggio e d’amore, che restituisce un’immagine del santo sufi ripulita dall’alone di leggenda: Ibn ‘Arabi uomo in carne e ossa, che si sposa e divorzia, che piange e ride, che viaggia alla ricerca del senso della vita. Il titolo si riferisce proprio a un detto di Muhyi-d-din Ibn ‘Arabi: «L’amore è una piccola morte».
In questo ambizioso romanzo, Mohamed Hasan Alwan ci conduce in un’epoca lontana, a cavallo tra il XII e il XIII secolo, ricostruendo passo dopo passo e con dovizia di particolari la vita del “sommo maestro” Muhyi-d-din Ibn ‘Arabi, uno dei più grandi sheikh sufi di tutti i tempi, filosofo, mistico e poeta la cui opera ha influenzato molti intellettuali e mistici tanto in Oriente quanto in Occidente (secondo alcuni studiosi avrebbe influenzato, seppur indirettamente, anche Dante Alighieri e San Giovanni della Croce). In apertura del romanzo, Alwan immagina Ibn ‘Arabi, in eremitaggio su una montagna in Azerbaigian, intento a scrivere la propria autobiografia. Le pagine che seguono ripercorrono, sotto forma di narrazione in prima persona, l’intera vita del mistico musulmano, sempre legata a doppio filo agli eventi storici e politici dell’epoca, che hanno influito, spesso in modo diretto, sul suo vissuto quotidiano e sul suo percorso esistenziale.
Corriere di notte.
Hoda Barakat
La nave di Teseo, 2019
In viaggio dal mondo arabo verso l’occidente, per trovare asilo e un nuovo inizio: uomini e donne che incrociano i loro destini per fuggire dal passato e si scontrano con l’illusione del futuro, la possibilità del fallimento. Corriere di notte ha la forma di un romanzo epistolare atipico e struggente che raccoglie l’ultima lettera scritta da ciascun personaggio: un clandestino albanese scrive alla donna amata, un’amante aspetta il suo uomo in una camera d’albergo, un ex carceriere in fuga si rivolge alla sua famiglia, una donna racconta al fratello che la loro madre è morta, un giovane omosessuale si dichiara al padre. Queste confessioni, disperate e appassionanti, sono il tentativo di tenere insieme i pezzi di una storia corale e identitaria, che racconta delle contraddizioni della società araba, della violenza sfaccettata, del potere, della fuga, del miraggio condiviso di un luogo in cui è ancora possibile vivere. Ecco che, proprio sul punto di perdersi, le lettere incontrano un’improvvisa deviazione nel loro cammino, un destino inatteso in cui l’urgenza della parola riuscirà a risuonare anche nel paesaggio sordo e chiassoso di un mondo in dissoluzione, dove tutto potrebbe crollare eppure non cessa di chiamare forte la vita, l’amore.
Abbracciarsi sul ponte di Brooklyn.
Ezzedine C. Fishere
Francesco Brioschi Editore, 2019
Tutto è pronto per la cena. Nel suo appartamento di New York, il professor Darwish attende gli amici e i familiari che ha invitato per il ventunesimo compleanno della nipote Salma. E mentre è intento a riordinare la sua biblioteca, gli ospiti si mettono in viaggio per raggiungerlo, chi da altri sobborghi della città, chi dal Canada, chi da Miami. Ognuno viene da solo, ma tutti hanno in comune le stesse radici, ben piantate in Egitto, e una vita trascorsa lungo quel confine che separa e unisce Oriente e Occidente. Sulla strada la giornata si infittisce di incontri, imprevisti, contrattempi. E segna un’importante tappa nel cammino verso la ricerca di sé. Ezzedine C. Fishere disegna un mosaico interiore di sorprendente vitalità, dove il confronto con l’altro è capace di riscrivere le più comuni leggi umane sulla famiglia, l’amicizia, l’amore.
Un monaco in ostaggio.
La lotta per la pace di un prigioniero dei jihadisti
Di Jacques Mourad, Guillem Amaury
Effatà, 2019
Il 21 maggio 2015, Jacques Mourad viene rapito nel suo convento di Mar Elian da due jihadisti dell’organizzazione denominata Stato Islamico. Durante la sua prigionia viene ripetutamente torturato e sfiora più volte la morte, ma proprio in quella drammatica situazione fa un’esperienza ancor più radicale: quella della grazia di Dio e della forza della preghiera, attraverso le quali arriva a gustare una pace e un coraggio fino ad allora sconosciuti. Dopo cinque mesi, aiutato da amici musulmani, riesce miracolosamente a fuggire. Nel corso di questo racconto sconvolgente, padre Mourad ripercorre la sua infanzia, la sua vocazione e la storia della sua comunità impegnata nell'amicizia con i musulmani e a servizio della pace. Infine, invita anche ciascuno di noi a compiere un’irrevocabile scelta di non violenza, di incontro, di perdono, di amore incondizionato e di preghiera, senza la quale il mondo rischia di sprofondare sempre di più nella violenza.
Presentazione di Andrea Riccardi.
Gerusalemme la città impossibile.
Chiavi per comprendere l’occupazione israeliana
Di Meir Margalit
Edizioni Terrasanta, 2019
«Questo libro nasce dal bisogno imperioso di comprendere i meccanismi che regolano la città in cui abito, che amo e per la quale soffro. Sono di Gerusalemme. Non potrei vivere in nessun’altra città e le barbarie che il governo sta perpetrando nella sua parte palestinese non mi danno tregua. Il mio obiettivo, con quest’opera, è di smantellare il modello di potere e repressione imperante a Gerusalemme e il sistema neocolonialista che regola il suo perverso funzionamento. Questo libro è il risultato di trent’anni di lavoro e di attivismo, in tre ruoli assai rilevanti: quello del politico, del funzionario pubblico e dell’attivista pacifista. Ma, soprattutto, ho scritto queste pagine come abitante di Gerusalemme, intrappolato in una rete intessuta con fili invisibili di amore e dolore. Vedo con angoscia come la città che amo mi volta le spalle e si chiude a tutti coloro che non concordano con la linea di destra e religiosa imperante» (dall’Introduzione dell’Autore).
L'ANIMA DI UN PASTORE
Di don Andrea Santoro
Edizioni San Paolo, 2019
Che cosa conosciamo di don Andrea Santoro, a parte la data e le circostanze della sua morte? Che cosa lo ha portato da Roma a Trabzon, Turchia? Quali relazioni ha intessuto? Quali passioni lo hanno mosso? E soprattutto, come ha vissuto la propria fede e la propria chiamata sacerdotale? Le lettere qui raccolte aiutano a ricostruire il profilo spirituale di un uomo mosso da una profonda cura pastorale nei confronti del popolo di Dio che gli è stato affidato e che vorrebbe condurre a Cristo. Allo stesso tempo, lo accompagna costantemente il desiderio di recarsi in missione in Medio Oriente. Lo muove un sentimento di gratitudine nei confronti della Chiesa madre. Lo alimenta una fede che si radica nella Parola di Dio e nel servizio agli altri. Nella loro immediatezza, le lettere ci restituiscono anche il suo travaglio interiore e la ricchezza e intensità delle sue relazioni familiari e amicali. Un documento prezioso per comprendere una vita che ha reso testimonianza fino al sacrificio estremo.
Da sola oltre le linee della jihad.
Souad Mekhennet
Francesco Brioschi Editore, 2018
Antiochia, estate 2014. È sul confine turco-siriano che la corrispondente Souad Mekhennet incontra Abu Yusaf, esponente di spicco dell’ISIS. L'intervista è una delle tante testimonianze oltre le linee della jihad che la giornalista raccoglie tra Medio Oriente, Nord Africa ed Europa. Affiliati ad al-Qaida, sostenitori dello Stato Islamico, membri di gruppi talebani: queste sono solo alcune delle voci che compongono il panorama dell'estremismo jihadista che l'autrice cerca di raffigurare. E il suo tentativo di rivelarne le cause più profonde suscita un’ulteriore riflessione, quella sull'identità e sull'integrazione. Un pensiero insito in tutti i musulmani immigrati in Europa e soprattutto in lei, in bilico tra le proprie origini turco-marocchine e una vita trascorsa in Germania. Medio Oriente e Occidente diventano così due realtà tanto discordanti quanto complementari su cui edificare un’esistenza.
Siria. La fine dei diritti umani.
Riccardo Cristiano
Castelvecchi, 2018
Gli esiti dei conflitti non determinano solo vittorie militari, ma anche culturali. Vincono i valori affermati da chi prevale sul campo di battaglia. La Terza Guerra Mondiale combattuta in Siria non è finita, è una guerra a fasi: dopo la rivolta popolare contro il regime c’è stata la sua trasformazione forzata in guerra tra sunniti e sciiti, e poi in “guerra al terrorismo”. Ora potremmo essere agli albori di una nuova fase. Durante gli anni del conflitto si è affermata l’idea semplicistica che i fatti e i fenomeni sociali che hanno portato alla guerra non contino, ma che tutto si spieghi in base a categorie immodificabili quali islam, fondamentalismo, eterno scontro tra sunniti e sciiti. Partendo da questo assunto, questo libro cerca di dare una lettura globale al conflitto siriano, presentandone le fasi, le rappresentazioni e gli effetti sulla politica e i pensieri religiosi, che somigliano sempre più a nuove eresie.
Radical.
Il mio viaggio dal fondamentalismo islamico alla democrazia
Maajid Nawaz
Carbonio Editore, 2018
Che cosa spinge un giovane cresciuto in Occidente ad abbracciare il radicalismo islamico? Solo chi ha fatto questa scelta può svelarne le ragioni più intime. Maajid Nawaz ha vissuto tutto ciò in prima persona. E questo è il suo racconto. Nato in Inghilterra da genitori pakistani, Maajid è cresciuto al ritmo dell'hip-hop nella piccola comunità di Southend, tra writers, b-boys e gang di skinheads. Dal razzismo della provincia inglese all'affiliazione a un gruppo rivoluzionario islamico il passo è stato breve. Già a 16 anni Maajid era un reclutatore del gruppo londinese Hizb ut-Tahrir, fino a diventare portavoce della causa fondamentalista in Pakistan, Danimarca, Egitto. Poi ha sperimentato le torture e l'umiliazione del carcere egiziano, suscitando l’interesse di Amnesty International. Ma è stato proprio durante quella terribile prigionia durata quattro anni che Maajid ha aperto gli occhi e ha rinnegato il sistema di valori in cui aveva creduto, scoprendo quanto sia falsa e fuorviante la logica che lo sottende. Il suo libro è una coraggiosa testimonianza di un arduo viaggio attraverso i tortuosi sentieri della ragione, fino alla scoperta di un nuovo ideale per cui combattere.
Il fiore del deserto.
La rivoluzione delle donne e delle comuni tra l’Iraq e la Siria del nord
Davide Grasso
Agenzia X, 2018
Ottobre 2017: gli ultimi miliziani dell’Isis lasciano Raqqa. Marzo 2018: i combattenti delle Ypg-Ypj si ritirano da Afrin, invasa dalla Turchia. Sono passati tre anni dalla resistenza di Kobane ma la Siria del nord è ancora attraversata dalla guerra, mentre gli equilibri tra i diversi attori internazionali continuano a mutare causando nuove devastazioni e vittime innocenti. Resistente e rara come un fiore del deserto, la rivoluzione del Rojava è riuscita a prosperare nonostante si trovi al centro del campo di battaglia. Un progetto in espansione che posa le sue fondamenta su una Federazione multilinguistica e pluralista, dove hanno luogo le più avanzate sperimentazioni sociali e politiche del nostro tempo: autonomia delle donne, cooperazione comunalistica, autogoverno. Da uno scrittore che ha vissuto sul territorio e ha partecipato attivamente alla lotta, un libro che offre le fondamentali chiavi di comprensione del processo in corso, attraverso numerose testimonianze raccolte in diretta e una serie di riflessioni e approfondimenti sulle diverse fasi del conflitto e della maturazione del percorso rivoluzionario. Un viaggio tra comuni agricole, campi profughi autogestiti, eserciti volontari, paesaggi urbani e fronti di combattimento. Squarci di vita quotidiana, pratiche e prospettive di un movimento confederale che pone ancora alla nostra attenzione il problema del rapporto tra stato e trasformazione, avanguardia e popolo, insurrezione e organizzazione, regole e cambiamento, tradizione ed educazione.
Abbiamo fame e nostalgia di Eucaristia.
Diario di viaggio tra i profughi cristiani dell’Iraq.
Jihad Youssef
Ancora, 2018
Padre Jihad Youssef tra la settimana santa del 2016 e l’agosto del 2017 ha visitato per tre volte le comunità dei profughi cristiani dell’Iraq, che si trovano attualmente in Turchia. Il libro presenta le sue note di diario scritte quasi sempre a tarda sera sul cellulare. Dice una giovane profuga: «Questo è un bel Paese, ma preferisco le rovine del mio villaggio in Iraq. È da tanto che non vediamo un sacerdote e ci piace sentire le tue parole e pregare con te… Abbiamo fame e nostalgia di Eucaristia, tanto tanto». Pensieri e testimonianze che riscaldano il cuore, briciole di missione che hanno il sapore degli Atti degli Apostoli. La prefazione è del Vicario Apostolico dell’Anatolia, Mons. Paolo Bizzeti.
Jihad Youssef, unico figlio di una famiglia di rito siro maronita, è monaco dal 1999 della Comunità Monastica del Khalil, nel Monastero di Mar Musa di Nebek (Siria) dal 1999, fondata da padre Paolo Dall’Oglio, del quale non si hanno notizie dal 2013. Prima del suo arrivo al monastero, padre Jihad ha conseguito una laurea in Scienze Motorie in Siria. Ha studiato a Roma dal 2003 Filosofia e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana e poi la licenza in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Ora è dottorando in Teologia Biblica alla Gregoriana. In Italia, insieme ad altri religiosi, ha dato vita a un piccolo monastero nella città di Cori, in provincia di Latina.
Il professore e il patriarca.
Umanesimo spirituale tra nazionalismi e globalizzazione
Andrea Ricciardi
Jaca Book, 2018
Due persone molto diverse s’incontrarono nell’agosto 1968 ad Istanbul, crocevia di storie e mondi: il professore francese, Olivier Clément, quarantasette anni, e il patriarca ortodosso di Costantinopoli, Athenagoras, ottantadue anni, vissuto tra l’Oriente ottomano e nazionalista, gli Stati Uniti e infine la Turchia. Il motivo era un’operazione editoriale. Ma fu un incontro da cui scaturì un messaggio che parla ancora oggi. Sullo sfondo la “rivoluzione” del ’68. Nel colloquio affiorano molte domande sul futuro del mondo, sul cristianesimo in un tempo non più religioso o religioso in modo diverso. Oriente e Occidente si parlano. In queste pagine si ripercorrono anche le storie dei due personaggi. Dal loro intreccio, sgorga un messaggio di umanesimo spirituale. Quale futuro per il cristianesimo, l’Occidente e l’Oriente alle prese con l’Islam? Stupisce l’emergere, durante la guerra fredda, della percezione dell’aurora di un mondo globale. Per me, scrivere questo libro è stato immergermi in una vicenda personalmente rilevante. La mia esistenza di giovane (allora) e di credente è passata attraverso il ’68, le sue discussioni e crisi. Nel clima del Vaticano n, ho sentito come il cristianesimo dovesse rivolgersi di più ad Oriente. Incontri, letture e l’attrazione verso figure e luoghi. Tra questi, Istanbul e Athenagoras, e poi l’amicizia con il suo “biografo”, Clément, pensatore originale e cristiano profondo. C’è in queste pagine un’indicazione – quasi la mappa di un itinerario – per il cristianesimo, diviso, investito dalla secolarizzazione e poi dalla globalizzazione, bisognoso di un ressourcement alle radici. Non la fuga in un fortilizio della fede o dei valori tradizionali, ma l’assunzione delle fratture del nostro tempo. Oggi si comprendono meglio le idee e le indicazioni suggerite dalle storie dei due personaggi e dai lontani colloqui del 1968.
Sulle donne musulmane.
Scritti di Mohammed al-Ghazālī as-Saqqa
Marisa Iannucci (a cura di)
Giorgio Pozzi Editore, 2018
Mohammed al-Ghazālī as-Saqqa (1917-1996) è stato un teologo sunnita formatosi all’Università di Al-Azhar, al Cairo. Tuttora considerato una delle voci più autorevoli del mondo islamico novecentesco, ha scritto diversi libri di giurisprudenza e teologia sulla questione di genere. Il suo impegno per i diritti delle donne e contro il sessismo diffuso nelle società musulmane è stato costante nelle sue attività accademiche e di predicazione.
Questo libro contiene scritti provenienti dai suoi discorsi pubblici, da articoli apparsi sulla stampa araba e da sermoni riguardanti le donne nelle fonti dell’Islam, nella letteratura e nella storia, inclusi i verdetti giuridici (fatāwa) sull’argomento.
Lo stile è quello informale e diretto tipico di Al-Ghazālī, che nel suo lavoro di educatore impegnato nella riforma della società egiziana si rivolgeva prima di tutto alla gente comune. Da questi testi risulta evidente il suo sforzo pedagogico e divulgativo contro i luoghi comuni sulle donne e l’Islam, e contro la mentalità sessista ancora diffusa nelle comunità musulmane per quanto riguarda i rapporti di genere.
Alfabeto arabo-persiano
Quando le parole raccontano un mondo
Giuseppe Cassini - Wasim Dahmash
Egea, 2018
Dall’Italia alla Scandinavia, dalla Penisola Iberica ai Balcani, la Fortezza Europa sta alzando muri e scavando fossati per respingere le «orde musulmane» che premono alle porte. Ma chi sono questi invasori? Di quale cultura sono portatori? In realtà, gli europei dovrebbero ringraziare gli arabi per una piega della storia su cui non riflettono mai: ossia che l’identità europea si formò grazie all’avvento dell’Islam. Furono le conquiste degli arabi a spingere i popoli sulle sponde settentrionali del Mediterraneo a riconoscersi come abitanti di un continente a sé stante, l’Europa. Oggi sarebbe un segnale di buon senso se gli europei raddrizzassero la loro visione dell’Islam ruotando la bussola di 180 gradi e imparando almeno l’abc dell’Alfabeto arabo-persiano. A partire da 61 parole chiave che rappresentano ciascuna un aspetto saliente della cultura araba e di quella persiana, e da una serie di testimonianze dirette di esperienze in quei Paesi dell’ambasciatore Cassini, questo libro è rivolto a tutti coloro che desiderano approfondirne la storia e i caratteri distintivi: inclusi i tre milioni di musulmani residenti in Italia, a cui il volume vuole restituire una lingua non confiscata dal potere religioso.
Quattro madri
Shifra Horn
Fazi Editore, 2018
«Quattro madri» è un romanzo che ha come protagoniste principali cinque donne israeliane, diverse tra loro, ma unite da un destino comune: crescere i propri figli da sole, perché abbandonate dagli uomini. Il romanzo si apre con la voce di Amal che, in prima persona, racconta del suo tragico matrimonio e della nascita di suo figlio Ben Ami. Una volta trovato il baule della bisnonna, ripercorrendo le tappe della storia della famiglia, la narrazione passa alla terza persona, per poi tornare nuovamente alla voce di Amal che parla della sua nascita, delle difficoltà con la madre Gheula e della voglia di scoprire chi era suo padre.
Sullo sfondo, appena accennata qua e là, c’è la storia di Israele, che si srotola nel corso di circa cento anni. Shifra Horn cita qualche evento cruciale, con leggerezza, per non appesantire la narrazione, toccando le tappe fondamentali: l’arrivo degli ebrei in massa, i primi conflitti con la popolazione araba, la fine del protettorato britannico, la nascita ufficiale di Israele, l’inasprimento dei conflitti tra le genti israeliane e palestinesi.
“Quattro madri” è un romanzo famigliare epico, che abbraccia quasi un secolo della storia di Israele, dove si muovono donne sorprendenti che mai si perdono d’animo, capaci di reinventarsi in continuazione e di rialzarsi dopo ogni caduta.
Dumià
Marina Ergas
Europa Edizioni, 2018
In ebraico ci sono due parole per dire ‘silenzio’: sheket è l'assenza di rumore, dumià è il silenzio interiore. Dumià, a Neve Shalom, è diventato il nome per chiamare la casa di preghiera dove i fedeli di tutte le religioni possono meditare e pregare Dio. Un luogo che va oltre i pregiudizi e le guerre, un luogo dove le persone si uniscono. Dumià è anche il senso che l'autrice ha voluto dare alla sua vita. Origini antiche, un padre assente ma molto ingombrante, la ricerca continua di se stessi e della propria religiosità, girando il mondo ma vivendo in un Paese pieno di contraddizioni, la lotta per i diritti umani, la profonda fiducia nel genere umano e la speranza nel suo tikkun, il miglioramento. Se credete che le persone "normali" abbiano una vita necessariamente "normale" vi sbagliate di grosso. Ecco la storia di una donna che ha vissuto ogni minuto della propria vita nella sua pienezza, tra scelte difficili, drammi, guerre, amori, avventure, delusioni e scoperte, sempre vivendo in maniera completa alla ricerca di se stessa, per trovare la vera felicità.
Le regine rubate del Sinjar
Dunya Mikhail
Ed. Nutrimenti, 2018
Il libro è il racconto di una tragedia, una delle più grandi del nostro tempo: quella dell’Isis che ha distrutto intere popolazioni, saccheggiando le case e le vite di chi le abitava. È il racconto – narrato quasi come un diario giornalistico, ma inframmezzato dalla voce poetica dell’autrice – di cosa è successo alle donne yazide irachene, rapite, vendute come schiave e abusate dai jihadisti di Daesh.
Una storia che abbiamo letto sui giornali ma che pochi hanno provato a raccontare. Ed è tanto più potente e commovente perché a raccontarcela è una scrittrice, una poetessa irachena, che vive e lavora negli Stati Uniti ma che dal modo in cui scrive non riesce a trattenere la sua dolorosa partecipazione in questa tragedia collettiva di cui è parte anche lei e di cui ci rende partecipi in prima fila come lettori.
Il buio al crocevia
Elliot Ackerman
Longanesi, 2017
Scritto con grande partecipazione e la consapevolezza di chi conosce profondamente il conflitto che racconta, Il buio al crocevia è un viaggio tra miserie umane e inattese opportunità, nel cuore oscuro di una guerra dove l’amore e l’orrore sembrano sorgere dalla stessa radice.
È notte quando Haris Abadi si ritrova all’improvviso disteso per terra, a respirare polvere e fango, mentre mani sconosciute gli sfilano di tasca tutto, soldi, cartina, passaporto. Cittadino americano di origine irachena, con alle spalle una triste storia famigliare, Haris si trova in Turchia per attraversare il confine siriano e unirsi alla lotta contro il regime di Bashar al-Assad.
Il ritorno
Padri, figli e la terra fra di loro
Hisham Matar
Einaudi, 2017
Nel marzo del 2012 Hisham Matar s'imbarca su un volo per la Libia. È il suo primo ritorno dopo trentatre anni nella terra color ruggine, giallo e verde intenso della sua infanzia, la terra che lo ha separato dal padre la notte del 1990 in cui Jaballa Matar venne sequestrato dal regime di Gheddafi, condotto nella terribile prigione di Abu Salim e poi fatto sparire. Il figlio Hisham ci accompagna in un viaggio lucido e struggente attraverso i luoghi di una memoria privata che è anche fardello collettivo di una nazione, alla ricerca di un padre perennemente vivo e morto al quale restituire almeno la certezza di un destino.
Hisham Matar ha diciannove anni quando suo padre Jaballa, fiero oppositore del regime di Muammar Gheddafi, viene sequestrato nel suo appartamento del Cairo, rinchiuso nella famigerata prigione libica di Abu Salim e fatto sparire per sempre. Ventidue anni piú tardi il figlio Hisham, che non ha mai smesso di cercarlo, può approfittare dello sprazzo di speranza aperto dalla rivoluzione del febbraio 2011 per fare finalmente ritorno nella terra della sua infanzia felice.
Quel viaggio verso un presente ormai sconosciuto non è che lo spunto per un itinerario storico e affettivo ben piú vasto. Visitando i luoghi e incontrando i parenti e gli amici che hanno condiviso con Jaballa decenni di prigionia nel «nobile palazzo» di Abu Salim, Hisham può recuperare un passato che risuona in lui con un'eco mai sopita e ritagliare i contorni di un padre che, in assenza di un corpo, risulta privo di confini. Le tappe del viaggio privato s'intersecano con la storia libica del ventesimo secolo, dalla resistenza all'occupazione italiana al flirt di Gheddafi con l'Inghilterra di Tony Blair. Ma anche all'antro piú buio, all'orrore piú raccapricciante, segue, in queste pagine, la luce di un dipinto di Manet, la melodia di un alam: la consolazione dell'arte e della bellezza come autentica espressione dell'uomo. E anche quando della speranza di ritrovare un padre vivo «non rimangono che granelli sparsi», lo sguardo di Matar continua a puntare risolutamente in avanti: «Mio padre è morto ed è anche vivo. Non possiedo una grammatica per lui. È nel passato, nel presente e nel futuro. Ho il sospetto che anche coloro che hanno sepolto il proprio padre provino la stessa cosa. Io non sono diverso. Vivo, come tutti viviamo, nell'indomani».
Non ci sono coltelli nelle cucine di questa città
Khaled Khalifa
Bompiani, 2018
È uno sconosciuto che ci parla: è nato ad Aleppo nel 1963, il giorno stesso del colpo di Stato militare che porta al potere il partito Baath, da cui emergerà nel 1970 il regime personalistico di Hafez al-Asad. La coincidenza storica diventa presagio di un destino che il narratore considera ipotecato dal parallelismo tra la sua vita, personale e familiare, e quella del partito Baath. Il narratore, suo fratello Rashid e le sue sorelle Sawsan e Su'ad sono figli di un'epoca in cui "se dici che il basilico è caro questo significa per gli informatori che ti lamenti della politica del partito e se dici che pensi alla morte, significa che non ti piace vivere sotto la pressione dell'autorità del partito". La vita è possibile solo per chi viene a patti con il partito, cedendo qualcosa di sé. Una saga familiare che scorre dagli anni sessanta fino al duemila e strappa il velo sui sistemi di paura e controllo di Assad.
Gli angeli dei libri di Daraya
Delphine Minoui
La nave di Teseo, 2018
Il villaggio ribelle di Daraya, in Siria, è alle corde per l’assedio implacabile dell’esercito di Damasco. Un inferno che dura da quattro anni, scanditi dai bombardamenti con i barili esplosivi, attacchi con il gas, la morsa della fame che stringe gli abitanti isolati. Di fronte alla violenza del regime di Assad, quaranta giovani rivoluzionari hanno cominciato a recuperare dalle macerie migliaia di libri per raccoglierli in una biblioteca clandestina, nascosta nei sotterranei del villaggio. La loro resistenza attraverso i libri diventa così il simbolo del rifiuto di ogni forma di sopraffazione violenta: un inno alla libertà, alla tolleranza e al potere della letteratura che la guerra minaccia di soffocare.
Passaggi in Siria
Samar Yazbek
Sellerio, 2017
All’inizio delle rivolte, nel marzo 2011, Yazbek, giornalista e scrittrice affermata, regista e sceneggiatrice per il cinema e la tv, sceglie di scendere in piazza per difendere la libertà di espressione, regolarmente negata dai regimi autoritari che si sono succeduti nel suo paese. Denuncia i crimini perpetrati da Bashar al-Assad, rivendica maggiori diritti per le donne e l’abolizione della censura. Viene prima trattenuta dalle forze dell’ordine, poi, quando la sua voce diventa troppo invisa al governo e la sua presenza in Siria un rischio, si trasferisce a Parigi, dove persevera nel suo attivismo politico.
In esilio continua a battersi denunciando le atrocità, urlando all’Occidente il bisogno disperato di aiuti umanitari e la necessità di intervenire per fermare ulteriori spargimenti di sangue. Ma il richiamo delle radici e il senso di responsabilità si rivelano troppo forti e Samar Yazbek inizia così a ritornare in Siria illegalmente, attraversando a piedi il confine turco. Una volta dentro la scrittrice visita le zone «liberate» dal controllo del regime di Assad e occupate dal Free Army dei ribelli o dagli estremisti islamici. Si impegna per offrire sostegno alle persone bisognose. Ascolta testimonian ze, storie di singoli individui e di intere famiglie, molte donne, ragazze e bambine che mutano l’orrore in parole da consegnare al mondo. Raccoglie immagini ed emozioni, assiste a scontri armati, alla crudeltà dei cecchini, ai bombardamenti. Vive lutti e speranze, e con questa materia incandescente plasma un racconto che non è un romanzo né un saggio ma li contiene entrambi, senza mai tradire la realtà. Secondo The Observer è un libro essenziale, «uno dei primi classici politici del XXI secolo».
Per migliorare l'esperienza di navigazione delle pagine e di fruizione dei servizi, questo sito utilizza cookie tecnici e analitici. Cliccando conferma, acconsenti all'uso dei cookie. Cookie Policy.