Il Vicariato Apostolico di Anatolia è una diocesi vasta più dell’Italia, sebbene i cristiani siano una piccola minoranza e comprenda appena sei parrocchie.I sacerdoti non percepiscono alcun introito, se non le offerte dei fedeli, che sono persone per lo più semplici. Inoltre, vi è una rilevante presenza di rifugiati da Siria, Iraq, Iran, Afghanistan e da vari paesi dell’Africa. La Chiesa di Anatolia non è dunque solo una Chiesa povera, ma è anche una Chiesa fatta di molti poveri.È per questo che il Vicariato è impegnato in diversi progetti di aiuto e solidarietà. La Caritas, ricostituita nel 2017, ha attivato microprogetti di sostegno per venire incontro alle differenti situazioni di povertà, la cui realizzazione è stata possibile in gran parte grazie agli aiuti dall’Italia. Inoltre, a Iskenderun, nel giardino dell’episcopio, ha aperto la «mensa della fraternità», che distribuisce due pasti al giorno a circa centocinquanta persone.Nell’individuazione dei bisognosi, non si fa alcuna differenza di fede, nazionalità, etnia. Si dà la priorità alle vedove con figli a carico, ai disabili e ai malati.
Progetto Carbone
Contributo per la fornitura di carbone a sessanta famiglie di rifugiati in Cappadocia. Costo totale > € 10.500
Copertura delle spese di affitto di sale d’albergo a uso liturgico per le celebrazioni eucaristiche a Natale e Pasqua in Cappadocia. Costo totale > € 6.800
Bonus per medicine, supermercato, materiale per la casa per 30 famiglie di rifugiati siriani
74 borse di studio
Studenti dalla scuola elementare all’università
14 microprogetti di avvio al lavoro
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