Nell’Autobiografia, sant’Ignazio di Loyola si designa con il nome di «el peregrino», «il pellegrino». In questo egli si inscrive perfettamente nella tradizione biblica da Abramo in poi, in cui i patriarchi si definiscono «stranieri e pellegrini».
I nostri pellegrinaggi si radicano in un «modo di procedere» ben preciso: la spiritualità ignaziana.
Ogni spiritualità offre un passaggio distinto verso Dio, propone cioè una propria modalità di vivere in relazione con Dio. Al centro di quella ignaziana, c’è la scoperta della libertà: libertà di accogliere l’amore e di amare, di sperimentare e gustare la bellezza del creato, di prendere decisioni buone e ordinate per diventare pienamente la persona che siamo. La libertà o indifferenza ignaziana non è altro che un cammino interiore di liberazione in modo da prendere delle decisioni che non siano condizionate da paure o attrattive che di fatto ci fanno deviare dal realizzare il bene nostro e quello degli altri, nella prospettiva del Vangelo.
La spiritualità ignaziana è una spiritualità «incarnata»: poiché Dio si è fatto carne in Gesù di Nazaret, è possibile incontrarlo nelle vicende quotidiane della vita.
In sintesi, la spiritualità ignaziana è:
• cercare e trovare Dio in tutte le cose
• diventare contemplativi nell’azione
• guardare al mondo e alla storia come luoghi dove Dio si rivela
• crescere nella libertà interiore.
«L’uomo deve innanzitutto, al di là della farragine di cose senza valore che ingombra la sua vita, raggiungere il suo sé, deve trovare se stesso, non l’io ovvio dell’individuo egocentrico, ma il sé profondo della persona che vive con il mondo.
[…]
A che scopo? A che scopo ritornare in me stesso, a che scopo abbracciare il mio cammino personale, a che scopo portare a unità il mio essere? Ed ecco la risposta: “Non per me”.»
(Martin Buber, Il cammino dell’uomo)
Cominciare da sé, per ritornare in sé, per poi uscire da sé.
Pellegrinare comporta un nuovo inizio. Mettersi in cammino presuppone e richiede un dinamismo interiore, prima ancora che fisico. Ripartire da sé, rientrare in se stessi, è una virata di tutto il proprio essere a Dio. Implica imboccare il cammino verso la ricerca e l’adempimento della missione particolare che Dio ha pensato per ciascuno.
Il ripercorrere la storia della salvezza attraverso una ricognizione meditata e pregata dei luoghi in cui essa si è svolta, aiuta a riconoscere l’azione di Dio nella storia personale e a guardarla da una nuova prospettiva. Questo procedere esteriore e interiore conduce a fare pace con il proprio passato e a disporsi al presente e al futuro con apertura e fiducia.
La nuova attitudine spinge a uscire dalle ristrettezze di un orizzonte corto e di una vita autocentrata, per pensare più in grande, agli altri e al creato. Il frutto del pellegrinaggio si trasforma in dono.
Pellegrinare non cambia la nostra fede – anche se a qualcuno accade anche questo – cambia noi.
Gli Esercizi sono come il ballo.
Se vuoi imparare a ballare,
non puoi semplicemente leggere un libro sul ballo:
devi ballare!
«Come infatti il passeggiare, il camminare e il correre sono esercizi corporali,
così tutti i modi di preparare e disporre l’anima a liberarsi da tutti gli affetti disordinati
e cercare la volontà divina nell’organizzare la propria vita si chiamano esercizi spirituali»
(Ignazio di Loyola, Esercizi Spirituali, 1)
Gli Esercizi spirituali sono un tempo in cui ci si apparta dalla propria quotidianità per mettere ordine nella propria vita e così farla fiorire, cercando e trovando la volontà di Dio.
Il percorso «classico» pensato da sant’Ignazio consta di quattro settimane, durante le quali l’esercitante è guidato a ripercorrere la storia della salvezza, meditando in particolare la vita di Gesù. Ma poiché Ignazio voleva che potessero beneficiare degli Esercizi quante più persone possibili, considerò un’altra modalità, per venire incontro a chi non poteva rinunciare alle proprie incombenze quotidiane. Così escogitò gli Esercizi spirituali nella vita ordinaria: un percorso prolungato nel tempo che richiede un’ora di preghiera al giorno.
Oggi le possibilità per sperimentare la via ignaziana degli Esercizi sono varie. Una di queste è quella itinerante del pellegrinaggio. Non tutta la durata del pellegrinaggio è modulata secondo il ritmo degli Esercizi – il silenzio è riservato solo ad alcuni momenti della giornata –; tuttavia, sono previsti tempi e dinamiche che si avvicinano a quelli degli Esercizi.
Periodicamente organizziamo:
• corsi di Esercizi di una settimana per piccoli gruppi a «Casa Betania» a Uçhisar, in Cappadocia
• una settimana di Esercizi singolarmente guidati a Iskenderun, in episcopio.