Kartpostal

Murat Kuyucuklu

Kartpostal (cartolina, in turco) è una rubrica mensile curata da Murat Kuyucuklu, fotografo per passione e guida turistica per professione. Amante delle grandi distese del suo Paese, così come delle culture che lo hanno attraversato e della loro storia millenaria, Murat ci accompagnerà a scoprire gli angoli della terra turca che più lo emozionano, per emozionare anche noi. Nell'attesa di portarci là per davvero.

Nicea. Il primo Concilio ecumenico e la chiesa di San Neofito

Nel 2025 ricorre il 1700simo anniversario del primo Concilio ecumenico tenutosi nel 325 a Nicea, oggi İznik in turco. Per questo c’è un notevole interesse da parte dei massmedia e un aumento di richieste di pellegrinaggi e tour per questa città. Ma Nicea era già diventata famosa agli occhi del mondo nel 2014, grazie ad una scoperta affascinante: quella della chiesa di San Neofito, riemersa dalle acque del lago che porta lo stesso nome della città. Quel giorno, il professore Mustafa Şahin, un archeologo dell’Università di Uludağ di Bursa, stava facendo un volo in elicottero sul lago di Nicea per un suo studio, quando si accorse che appena sotto un filo d’acqua si trovava un edificio molto vicino alla riva. Dalla forma tipica di una basilica a tre navate, immediatamente capì che si trattrava di una chiesa. L’abbassarsi delle acque del lago a causa dalla siccità degli ultimi anni rese possibile il ritrovamento, così eccezionale che le più prestigiose riviste archeologiche mondiali la ritennero una delle più importanti scoperte dell’anno.

Şahin fece subito iniziare un sistematico scavo subacqueo con la collaborazione di una squadra internazionale. Nel frattempo, il protagonista della scoperta si recò a Roma per studiare da vicino l’affresco del Concilio di Nicea che si trova nella Cappella Sistina. Secondo lui, il pittore dell’affresco rimase così fedele alla realtà da disegnare sul viso dell’imperatore Costantino la cicatrice causata dalla leishmania. Notò inoltre che nello stesso affresco, dal luogo in cui erano radunati i partecipanti si vedeva, nell’angolo sinistro in alto, il lago di Nicea con una torre molto simile a Castel Sant’Angelo. A questo punto Şahin avanzò la seguente ipotesi: il luogo del primo Concilio ecumenico doveva essere ricercato in una località sul lago. Rifacendosi poi ad Eusebio di Cesarea – il grande storico della Chiesa dei primi secoli che partecipò al Concilio –, suppose che il luogo della riunione sarebbe potuto essere una chiesa. Eusebio, descrivendo una sessione dell’assise, scrisse che stavano sempre a discutere di continuo in un santuario.... Le sue parole spinsero il professore a pensare che la chiesa da lui scoperta fosse proprio il sito del Concilio. Questa idea suscitò un grande entusiasmo e gli archeologi proseguirono accuratamente gli scavi per cercare prove concrete in grado di sostenere l’ipotesi di Şahin.

Neofito era un giovane di Nicea che venne martirizzato nella sua città natale a soli sedici anni, a causa della sua fede cristiana. È noto che nei primi secoli i cristiani costruivano prima i martirium sulle tombe dei martiri, che spesso corrispondevano al luogo dove avevano subito il martirio, e poi queste tombe venivano incorporate nelle chiese erette sopra il luogo preciso, per meglio preservarne la memoria e favorire la venerazione. Anche nel nostro caso potrebbe essere successa la stessa cosa. Sotto il livello della chiesa, gli archeologi trovarono diversi elementi dell’architettura pagana: tamburi di colonne, triglifi, metopi, candele a olio con motivi erotici, ecc., che possono essere prove dell’esistenza di un tempio pagano. Sappiamo infatti che l’imperatore Commodo aveva fatto costruire un tempio dedicato ad Apollo fuori le mura della città. Şahin ritenne che quel tempio potesse essere sotto la chiesa. Se questo fosse vero, non sarebbe illogico ipotizzare che avessero portato il giovane Neofito in questo tempio, dove probabilmente veniva praticato anche il culto dell’imperatore (a Sardi hanno trovato una testa colossale di Commodo nel famoso tempio di Artemide), e lo avessero costretto a sacrificare in onore dell’imperatore, il cui rifiuto l’avrebbe portato al martirio. L’ipotesi è plausibile ma sono necessarie altre evidenze archeologiche per accreditarla come certa. I testi antichi ci informano che le reliquie di San Neofito vennero custodite in quella chiesa fino al secolo VIII (epoca delle incursioni arabe) e poi passarono nella chiesa di Koimesis (Dormizione di Maria) che purtroppo andò distrutta nel 1922. La tomba vuota, ritrovata sott’acqua con il coperchio messo di lato, potrebbe essere quella del santo.

Ritorniamo all’ipotesi della località del Concilio. Sebbene gli scavi siano avanzati, non sono emerse le prove cercate da Şahin. Anzi, sotto le fondamenta della chiesa, dentro le tombe precedenti alla sua costruzione, sono state trovate monete degli imperatori Valente e Valentiniano, cosa che porta a datare l’erezione della chiesa a non prima del 390 d.C., cioè ad una data posteriore al primo Concilio di Nicea.

A 500 metri di distanza dalla chiesa di San Neofito, sempre sul lago, si trovano dei resti romani, ritenuti tradizionalmente il luogo del palazzo del Senato, dove tanti storici e studiosi pensano che si sia radunato il Concilio. Secondo il parere di Şahin, invece, quelle rovine appartengono al molo del porto e non ad un palazzo. Come si vede, il mistero della località del Concilio sembra aver bisogno ancora di più tempo per essere risolto. In ogni caso però, secondo Şahin anche la presenza di un Hagiasma (edificio costruito su una fontana sacra) molto vicino al lago, che ha il nome di «318 Apostoli» (numero dei partecipanti del Concilio dato anche da Sant’Ambrogio di Milano), è un’ulteriore prova che la località va ricercata sempre in quella zona, tra le mura e il lago.
 
La città, fondata per la prima volta con il nome di Antigoneia nel 316 a.C. da Antigono Monoftalmo, uno dei generali di Alessandro Magno, cambiò nome e diventò Nicea dal nome della moglie di Lisimaco, un altro generale di Alessandro e vincitore su Antigono. Mantenne poi più o meno lo stesso nome fino ai nostri giorni. I turchi conquistatori usarono il nome di İznik, ricavandolo da Eis Nikaia (A Nicea), usando solo le prime sei lettere. Ereditata dai Romani dall’ultimo re di Bitinia, regione dove si trova Nicea, visse sotto il dominio romano uno dei periodi più prosperi della sua storia. Nicea però, a differenza della maggior parte delle città anatoliche, non si indebolì pian piano fino a scomparire con l’arrivo dei turchi, ma mantenne la sua fama e importanza nel corso dei secoli. Diventò una sorta di Costantinopoli in esilio dopo che i Crociati occuparono la capitale dell’impero nel 1204 e costrinsero le famiglie nobili a scappare. In effetti l’età dei Lascaridi fu un tempo ricco e importante per la città. Fu così anche nel periodo dei Selgiuchidi, i primi turchi conquistatori, che la fecero diventare la loro capitale. E finalmente con la conquista ottomana del 1331 assunse un carattere turco fino ai nostri giorni. 
 
Ciò significa che la città di Nicea offre ai visitatori tanti reperti di varie dominazioni: romana, bizantina, selgiuchide e ottomana. Le due porte romane costruite da Vespasiano e Tito, quelle di İstanbul e Lefke, conservate molto bene, le mura tardive che hanno incorporato queste porte, la Santa Sofia dove è stato organizzato il VII Concilio ecumenico all’epoca della crisi iconoclasta, il teatro romano recentemente riaperto alla visita, il nuovo museo archeologico, moschee e medrese del periodo turco, sono tra le opere che vi faranno passare un’intera giornata, molto piacevole. Poi, quando vi stancate, potete andare sul lago per il pranzo ed assaggiare il siluro fritto del posto. E se volete portare a casa qualche souvenir potrete dare un’occhiata ai negozi di ceramica, tipica produzione locale, con cui la città si fece conoscere nel periodo ottomano. Le maioliche più belle delle moschee più importanti della storia ottomana sono infatti prodotte a Nicea. Per gli amanti delle olive consiglio quelle nere, davvero squisite! Sappiate che i turchi sono al primo posto nella classifica mondiale per il consumo di olive e posso garantire che qui ne troverete di ottime.
 
Chissà, forse un giorno anche voi verrete in questa città lacustre, tranquilla, ma bella e ricchissima di storia, specialmente cristiana... e allora potrete vedere e gustare dal vivo quanto vi ho raccontato!