Il faro di Chelidonio
Una delle zone più belle della Turchia è senza dubbio la costa meridionale, specialmente la parte che si trova tra il lato occidentale della provincia di Antalya e la baia di Fethiye, regione che anticamente veniva chiamata Licia.
La regione, che offre ai visitatori bellezze naturali incantevoli e meravigliosi resti storici e culturali, è diventata la prima via di trekking del paese e porta appunto il nome di «Via Licia».
Nel 1992 l’inglese Kate Clow, in seguito anche creatrice del St. Paul Trail, intuendo le potenzialità dell’area, cominciò a studiare il progetto. La Via Licia fu ufficialmente inaugurata nel 1999. Il percorso misura in totale 540 chilometri, percorribili a piedi in 29 giorni. Ancor oggi, è uno dei percorsi a piedi più belli non solo del paese, ma di tutto il mondo.
Uno dei tratti più lunghi di questa via è situato tra le località di Karaöz e Adrasan, e offre un panorama che è diventato il simbolo della Via Licia, grazie al faro di Chelidonio (Gelidonya feneri), votato come il panorama più bello della Turchia nell’anno 2007.
Si tratta di un faro costruito tra 1934 e 1936 dai francesi sul promontorio di Taşlık burnu (capo Taşlık), a 3 chilometri nell’ entroterra e a 227 metri sul livello del mare, posizione che lo rende il faro più in alto della Turchia. La manutenzione fu affidata nel 1944 al nonno di Mustafa Demir, l’attuale custode, che rappresenta la terza generazione della stessa famiglia vissuta in loco per parecchi decenni. «Sia mio nonno sia mio padre e poi io stesso – racconta Demir –siamo stati i responsabili ufficiali del faro vivendo lì per anni, in condizioni davvero difficili, ma poi mi sono trasferito a Finike e ed è sufficiente andare al faro solo una volta al mese. Lo sviluppo della tecnologia ha tolto l’obbligo della presenza umana, visto che adesso i controlli e tutti gli interventi necessari si fanno da lontano via satellite».
La posizione del faro ci indica quanto è pericoloso navigare in quest’aerea fin dall’antichità. Infatti, fino al primo millennio a.C., i marinai non avevano ancora sviluppato le tecniche per navigare controvento ed erano costretti a seguire la costa. Questo però comportava il rischio di incagliarsi negli scogli invisibili sott’acqua e affondare. Non a caso, proprio vicino a questa costa, sono stati ritrovati alcuni tra i più antichi relitti della storia.
Nel 1960, lo studioso Peter Throckmorton ed il noto archeologo subacqueo George Bass iniziarono il recupero di un relitto, identificato già nel 1958 da pescatori locali di spugne nel sud est dell’isola più grande delle «Cinque isole» (Beş adalar) che si trovano proprio di fronte al faro di Chelidonio. Si tratta di un’imbarcazione risalente all’Età del Bronzo, datata al XIII secolo e carica di lingotti di metallo. Quando è stato recuperato il relitto, che si trovava a 26-28 metri di profondità, scoprirono che conteneva 40 lingotti d’oro del peso di circa 20 chili l’uno, 50 lingotti in bronzo ed alcuni in stagno. Il relitto di Chelidonio rappresenta un passo avanti fondamentale per la comprensione del commercio marittimo di quel periodo: al momento della scoperta si pensava che il commercio marittimo fenicio non fosse iniziato nel Mediterraneo orientale fino all’Età del Ferro, ma il relitto di Chelidonio lo ha retrodatato di almeno qualche secolo. Un altro aspetto interessante dello scavo è che gli archeologi hanno lavorato per la prima volta direttamente in immersione, segnando così anche la nascita dell’archeologia subacquea.
L’imbarcazione di Chelidonio fu considerata come il relitto più antico del mondo fino al 1982, data in cui ne fu identificato un altro al largo della città di Kaş – un’altra cittadina sulla Via Licia – ritrovato sempre dall’archeologo George Bass e portato alla luce dopo undici anni di lavoro e risalente al 1300 a.C. Tutto quello che è stato trovato sia nello scavo subacqueo di Chelidonio che in quello di Uluburun (Kaş) può essere visto al museo subacqueo di Bodrum, l’antica Alicarnasso, nota nella storia per il Mausoleo del satrapo Mausollos, una delle sette meraviglie dell’antichità.
Un’ultima nota interessante è che con la scoperta di un altro relitto nel 2019 nella baia di Antalya, datato intorno al XVI-XV sec. a.C., gli altri due hanno ceduto il posto a quello nuovo.
Sempre in questa zona, si è combattuta una battaglia nel 1616, nel corso delle guerre ottomano-asburgiche per il controllo del Mediterraneo (la battaglia di Chelidonio) tra una flotta spagnola di pochi galeoni e una flotta ottomana di tante galee. Nonostante la maggioranza numerica, gli ottomani persero la guerra.
Raggiungibile solo a piedi, il faro di Chelidonio offre dunque agli escursionisti non solo un panorama mozzafiato su una magnifica e incontaminata natura, ma continua a illuminare la storia della Licia lunga migliaia di anni, fatta anche di navigazione marittima e battaglie navali di cui lui ne è il fedele e silenzioso testimone.