Nel solco del Pellegrino

Nell’Autobiografia, sant’Ignazio di Loyola si designa con il nome di «el peregrino», «il pellegrino». In questo egli si inscrive perfettamente nella tradizione biblica da Abramo in poi, in cui i patriarchi si definiscono «stranieri e pellegrini».
I nostri pellegrinaggi si radicano in un «modo di procedere» ben preciso: la spiritualità ignaziana.
Ogni spiritualità offre un passaggio distinto verso Dio, propone cioè una propria modalità di vivere in relazione con Dio. Al centro di quella ignaziana, c’è la scoperta della libertà: libertà di accogliere l’amore e di amare, di sperimentare e gustare la bellezza del creato, di prendere decisioni buone e ordinate per diventare pienamente la persona che siamo. La libertà o indifferenza ignaziana non è altro che un cammino interiore di liberazione in modo da prendere delle decisioni che non siano condizionate da paure o attrattive che di fatto ci fanno deviare dal realizzare il bene nostro e quello degli altri, nella prospettiva del Vangelo.
La spiritualità ignaziana è una spiritualità «incarnata»: poiché Dio si è fatto carne in Gesù di Nazaret, è possibile incontrarlo nelle vicende quotidiane della vita.
In sintesi, la spiritualità ignaziana è:
• cercare e trovare Dio in tutte le cose
• diventare contemplativi nell’azione
• guardare al mondo e alla storia come luoghi dove Dio si rivela
• crescere nella libertà interiore.