Come prepararsi

Per approfittare appieno del pellegrinaggio e non tornare a casa solo con qualche emozione che svanisce in fretta, è importante disporsi in modo adeguato e cogliere le opportunità che vengono offerte per prepararsi al meglio.
Solitamente organizziamo incontri formativi pre partenza per aiutare a collocarsi e presentare il profilo dell’esperienza. È un momento utile per vari aspetti che consigliamo di non mancare!

Il decalogo del pellegrino

11
Entra nel deserto e lì «parlerò al tuo cuore»

Il deserto - inteso qui nel suo duplice senso, geografico e figurato - è un luogo di essenzialità, di separazione e di prova. Lì s’incontra il Signore così come si è, nella propria verità, senza maschere. È importante quindi disporsi a vivere questo tempo lasciandosi attirare dal Signore: Lui solo è il primo! Noi e le nostre cose veniamo dopo: perciò il distacco dalle occupazioni quotidiane e dalle persone con cui si è in contatto abitualmente, è una scelta fondamentale da abbracciare.
Per questo consigliamo di moderare l’uso dei cellulari durante il giorno, tranne che in casi di emergenza e reale necessità.

2
Ascolta «la voce sottile del silenzio»

Il Signore parla nel silenzio. Custodire il silenzio esteriore è il presupposto necessario al silenzio interiore.
La contemplazione della Terra, l’ascolto della Parola e la preghiera personale richiedono una disposizione docile al silenzio. Ogni giorno sono previsti dei tempi di solitudine. Questi momenti sono Suoi e tuoi. Approfittane!
Ci saranno altri tempi per la condivisione, gli acquisti e le visite individuali, non temere…

3
Lasciati guidare e così «ti solleverò su ali d’aquila» 

L’incontro con il Signore richiede di «de-centrarsi» e di uscire dai propri schemi per lasciarsi orientare e condurre dalla Parola.
Il pellegrinaggio è un cammino geografico, biblico e spirituale insieme: il programma è accuratamente pensato per accompagnarti in questo! L’invito è a fidarsi degli organizzatori (che considerano molti fattori, non sempre comunicabili o evidenti), a non voler tutto pianificare e sapere anzitempo ma, piuttosto, a lasciarsi portare e provocare da ciò che si ascolta, dai luoghi che si visitano, dalle persone che si incontrano.
Il suggerimento è di disporsi a contemplare e a ricevere, più che a voler tutto capire e analizzare.

4
Non fissare «lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili»

 Ricuperare la bellezza dell’essere prima e senza l’avere è un passaggio non semplice ma importante da compiere. Solo così gli occhi non si impoveriscono “lanciandosi sulle cose”, non rinunciano a contemplarle e goderle in se stesse, prima di oggettivarle per mettersele in tasca e portarsele via. Evitare pertanto un uso smodato e consumistico delle macchine fotografiche e degli apparecchi di ripresa. 

5
«Non accumulare tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano ma in cielo»  

 La preoccupazione per l’acquisto di oggettistica e souvenir per sé o per altri in ogni luogo di visita va fortemente ridimensionata. L’organizzazione prevede vari tempi dedicati a questo. Pertanto, fuori dai momenti e dai luoghi stabiliti da chi conduce il pellegrinaggio, s’invita alla sobrietà, a non indulgere nel consumismo, a rimanere in gruppo e a non disperdersi. 

6
Rispetta gli orari: «per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo» 

 La buona riuscita del pellegrinaggio dipende molto dall’organizzazione e dal rispetto dei tempi. La puntualità e la disciplina sono importanti per evitare di appesantire lo scorrere della vita del gruppo e non provocare disguidi. 

7
Non curarti di dove dormirai e prendi “i pasti con letizia e semplicità di cuore”  

 Il pellegrinaggio richiede una certa flessibilità e spirito di adattamento. Gli alloggi, scelti per avere contatto con più ambienti e stili, sono di vario tipo e hanno livelli e modalità gestionali diversi. In Medio Oriente poi, gli standard di pulizia e igiene sono in genere di qualità inferiore rispetto a quelli italiani. Inoltre, i frequenti spostamenti a piedi e in pullman, l’affollamento dei luoghi santi, la ricchezza del nostro programma richiedono di contenere i tempi del pranzo. Per questo, si è scelto di consumare un pasto frugale e semplice, spesso “al sacco”. Ciò richiede duttilità e collaborazione. 

8
Ricorda che “una mente retta ricerca il sapere, la bocca degli stolti si pasce di stoltezza”  

 Prepararsi seriamente al pellegrinaggio, anche attraverso un percorso di studio e approfondimento culturale, è importante per evitare il rischio di non riuscire a cogliere appieno le tante informazioni che vengono date in loco e tornare a casa soltanto con qualche fuggevole emozione religiosa. Il materiale preparatorio e le schede che vengono distribuite durante le varie tappe del pellegrinaggio sono dunque strumenti utili da conservare e leggere attentamente. Questo lavoro di tipo culturale è assolutamente complementare a quello spirituale. 

9
“In ogni circostanza benedici il Signore e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine”  

 Il pellegrino è il primo responsabile del proprio cammino interiore. Occorre pertanto che ciascuno cerchi di rapportarsi personalmente con l’unico Maestro e Pastore che è Gesù Cristo Nostro Signore, piuttosto che dipendere da chi guida il pellegrinaggio. Ignazio di Loyola scrive a questo riguardo: «Chi propone gli esercizi (…) lasci che il Creatore agisca direttamente con la creatura, e la creatura con il suo Creatore e Signore» (EE.SS. 15). Ognuno sia attivo e vigilante, capace di sfruttare al meglio anche i momenti di attesa, di pausa e i trasferimenti in pullman

10
“Benedetto sarai al tuo entrare e benedetto al tuo uscire”  

 Visitare le terre bibliche - e in particolare la Terra del Signore! - è un privilegio che non tutti hanno la possibilità di sperimentare. Se si comprende quale grande dono di grazia si riceve attraverso il pellegrinaggio, tutto apparirà lieve, bello e utile.